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L’associazione Radici sulle future dimissioni di De Luca: «Messina sedotta e abbandonata»

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L’annuncio di Cateno De Luca, che ha dichiarato di essere intenzionato a rassegnare le dimissioni da Sindaco di Messina per candidarsi come presidente della Regione Siciliana a marzo 2022, ha fatto storcere il naso ai membri di “Radici”. L’associazione cittadina oggi critica aspramente la scelta del Primo Cittadino: «“Messina non è lo scendiletto di nessuno”, ma proprio nessuno».

Nei giorni scorsi, il Sindaco di Messina ha dichiarato che scenderà in campo per la corsa alla presidenza della Regione, se la proposta portata avanti dal centro-destra sarà ancora Nello Musumeci e così sembrerebbe. Pochi giorni dopo, De Luca ha anche dato una data per le proprie dimissioni, ovvero il 18 marzo 2022, nel giorno del suo compleanno. La notizia non è piaciuta ai membri dell’associazione “Radici”: «Un vero Sindaco – scrivono in una nota – s’innamora della propria Città, non la sacrifica per nulla al mondo, le sta lontano con nostalgia, ne cura dettagli e particolari (specie quelli che non finiscono sulle prime pagine dei giornali), non vorrebbe mai allontanarsi da lei, la considera il posto e la missione più belli del mondo, e soprattutto mantiene le promesse».

Invece, scrivono gli esponenti dell’Associazione, Messina si ritroverebbe «perennemente nella medesima condizione di una bella, bellissima donna, mai veramente amata fino in fondo, ma spesso sedotta (più a parole che a fatti) e abbandonata”».

Ricordando come più volte – sin in campagna elettorale – Cateno De Luca abbia sottolineato la volontà di rimanere in carica per dieci anni per portare a termine il proprio programma strategico per Messina, l’Associazione cittadina precisa: «Se da una parte l’onestà intellettuale ci porta a riconoscere ed apprezzare i meriti (non i “miracoli” politici che si decantano) di questa Amministrazione ed i risultati raggiunti, specie se rapportati al quinquennio amministrativo precedente, dall’altro non può passare inosservata l’ennesima promessa fatta alla città e non mantenuta, almeno così sembrerebbe dalle dichiarazioni del Primo Cittadino».

Per loro, «lasciare il proprio ruolo dopo poco più di 3 anni e mezzo (giugno 2018 – marzo 2022)» sarebbe «irrispettoso». «Noi – sottolineano – riteniamo un po’ troppo irrispettoso che di questi 39 (se marzo 2022 sarà…) mesi almeno una decina siano stati dedicati a campagne elettorali che nulla avevano a che fare con la Città, se non per ottenere da questa la necessaria spinta elettorale». In proposito, “Radici” cita il sostegno alla candidatura dell’assessore Dafne Musolino alle scorse Elezioni Europee.

«In mezzo – aggiungono gli esponenti dell’Associazione – una miriade di episodi di curiosi, e antipatici “tira e molla” con tanto di dimissioni minacciate o presentate e poi ritirate, a volte anche sul gong dei 20 giorni previsti per l’esecutività dalla legge. Non importa il motivo, importa l’impatto emotivo di tale minaccia su chi ha creduto in un programma e lo ha votato».

«Cosa vorremmo? – conclude “Radici”. Certamente non che il Sindaco ritiri la paventata propria candidatura alla Presidenza della Regione, le sue  dinamiche politiche a noi non interessano. Vorremmo soltanto sin da subito chiarezza, vorremmo che neanche un minuto venga sottratto alle tantissime e difficili vicende della città e soprattutto vorremmo che da domani si prometta soltanto ciò che si può mantenere, insomma per usare un’espressione cara al Signor Sindaco,  “Messina non è lo scendiletto di nessuno”, ma proprio nessuno».

 

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  1. Lo aveva già detto a giugno 2018, all’indomani della sua elezione a sindaco. Siamo stati noi stupidi (me compreso, mea culpa) a votarlo

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