c'era una volta messina: palazzo zanca, municipio nuovo

C’era una volta Messina: i palazzi del potere e la loro storia

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I palazzi di Messina: il Municipio

Prima e dopo il terremoto del 1908

«Il Municipio pre-terremoto era rimasto apparentemente integro, ancorché danneggiato da un devastante incendio appiccato pochi giorni dopo il sisma dai messinesi furenti per il ritardo nei soccorsi. La disputa circa la conservazione di almeno questa porzione centrale della Palazzata si protrasse sino al 1913 quando i resti del Palazzo furono fatti saltare con cariche di dinamite. È curioso ricordare che la statua marmorea “Allegoria della città di Messina”, opera giovanile di Giuseppe Prinzi, essendo posta al primo ripiano dello scalone d’onore entro una nicchia, era rimasta indenne salvo che per la mutilazione della mano destra con cui ostentava il privilegio del Portofranco restituito alla città da Re Ferdinando II di Borbone. La cura per il patrimonio artistico fece sì che i demolitori dimenticarono di asportare la scultura prima dell’esplosione delle cariche di dinamite, sicché successivamente si dovette procedere al recupero dei numerosi frammenti in cui era stata ridotta dall’esplosione la statua».

c'era una volta messina: rovine e incendio municipio vecchio «La vicenda del Palazzo Municipale – spiega Franz Riccobonosorto tra i primi edifici in città, è lunga e complessa. Innanzitutto è bene precisare che la sede prescelta per la nuova edificazione viene spostata di circa 200 metri a monte rispetto all’antico Palazzo Senatorio posto al centro della monumentale Palazzata. Tale scelta fu fatta anche in osservanza di una normativa che prevedeva l’allontanamento delle costruzioni dalla linea di riva, infatti solo successivamente venne riproposta la costruzione della Cortina del Porto che andava a sostituire l’antica Palazzata. Tra i pochi richiami al precedente edificio rimane il timpano centrale che oggi ostenta “Messina regina del mare tra Scilla e Cariddi”, opera celebrativa dello scultore messinese Antonio Bonfiglio».

Il progetto definitivo e Antonio Zanca

c'era una volta messina: palazzo zanca, municipio nuovo«Il primo progetto, vincitore del concorso, era stato redatto dall’architetto Guglielmo Calderini (autore del Palazzo di Giustizia di Roma, il Palazzaccio) – prosegue Riccobono –, ma l’elaborato originario fu quasi subito scartato sia per quanto riguardava l’aspetto tecnico e soprattutto quello finanziario. Antonio Zanca, architetto palermitano, essendosi classificato al secondo posto nel concorso fu chiamato ad intervenire sul precedente progetto che in linea di massima mantenne, con però ovvie modifiche.

È bene ricordare che, progettato nel 1912, Palazzo Zanca verrà completato solo nel 1940, quindi ebbe una fase edificatoria e di rifinitura durata più decenni con rilettura dei decori in conseguenza delle mutate condizioni politiche che dal 1922 vedevano al governo il fascismo, che nelle decorazioni aggiunse notevoli interventi che si richiamavano evidentemente all’aulica retorica del regime. Protagonista principale di tali decorazioni fu il meglio degli artisti del tempo a Messina, tra cui resta prestigiosa traccia negli affreschi di Adolfo Romano, Daniele Schmiedt e nelle sculture di Antonio Bonfiglio».

Altre opere di Antonio Zanca

«Tra le opere dell’architetto Antonio Zanca – conclude Franz Riccobono – vale la pena ricordare, oltre a Palazzo Zanca, il monumentale complesso dei gesuiti “Collegio Pio XI”, con l’annessa Chiesa di Santa Maria la Scala a piazza Cairoli, brutalmente distrutto negli anni ’70, mentre rimane, presso il Lago di Ganzirri, la prestigiosa Villa Rosa (proprietà dell’omonimo imprenditore)».

(Foto dell’archivio di Franz Riccobono e Giangabriele Fiorentino)

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