Botta e risposta tra il Rettore dell’Università di Messina, Salvatore Cuzzocrea, e il suo predecessore, Pietro Navarra. Al centro dello scontro, il ciclotrone, macchina utilizzata per la produzione di radiofarmaci, che, secondo Cuzzocrea, sarebbe stato oggetto di una «inaugurazione farlocca» nel 2016. Vediamo cos’è successo e la replica di Navarra.
Nella giornata di ieri, il Rettore dell’Università di Messina, il prof. Salvatore Cuzzocrea, ha presenziato alla conferenza stampa di avvio delle attività del ciclotrone al Policlinico “G. Martino”. Nel suo intervento, però, ha attaccato duramente il suo predecessore, il prof. Pietro Navarra, accusandolo sostanzialmente di aver “inaugurato” una strumentazione che in realtà non era ancora pronta. Dal canto suo, Navarra rigetta queste accuse e contrattacca, ricordando che all’epoca Cuzzocrea stesso era presente in qualità di prorettore e citando la relazione annuale dell’ANAC presentata in Parlamento.
Inaugurazione ciclotrone Policlinico di Messina: la replica di Navarra
Pubblichiamo, di seguito, la replica integrale dell’ex Rettore Pietro Navarra:
«Mio malgrado vengo nuovamente tirato in ballo dal prof. Salvatore Cuzzocrea, nell’ambito delle sue presunte “operazioni verità”. Parto da un dato di fatto, oggettivo e incontrovertibile. Il 9 settembre 2016, come si può facilmente evincere dal comunicato stampa n. 343 diffuso dall’Ateneo, il prof. Cuzzocrea era presente, in veste di Prorettore alla Ricerca, all’inaugurazione a cui ha fatto riferimento oggi (ieri, ndr) definendola “farlocca” (foto e immagini dell’epoca lo testimoniano con chiarezza). Certo, sicuramente la sua “postura” era diversa da quella attuale, forse era troppo impegnato a segnalarsi al sottoscritto quale fedele candidato alla mia successione, piuttosto che a seguire i contenuti delle varie dichiarazioni. Se lo avesse fatto, ora ricorderebbe che parlammo – anche questo è riscontrabile dal comunicato – di “avvio delle attività della nuova apparecchiatura PET TC”, acquistata insieme al Ciclotrone.
Tutto ciò – fu detto anche questo – come tappa di un percorso avviato dal prof. Francesco Tomasello, a cui andava il merito di avere intercettato il finanziamento, e nella logica di una continuità amministrativa che caratterizza l’agire di ogni PA. Il prof. Cuzzocrea, da Prorettore alla Ricerca, avallò anche il capitolo dedicato alla sua delega, nel report che ogni fine anno preparavamo per riassumere alla comunità accademica le azioni di Governo, nel quale si ribadiva l’avvio di un nuovo modello, che iniziava proprio dall’entrata in funzione della PET TC nella fase diagnostica. Eppure, il mio mandato da Rettore è sempre stato caratterizzato da un confronto continuo con tutte le componenti della squadra, ma evidentemente allora il prof. Cuzzocrea non riscontrò nulla di anomalo in quella inaugurazione.
Il Ciclotrone, che nell’ambito del processo produce il radiofarmaco sulla base dei dati diagnostici, avrebbe dovuto entrare in funzione in una fase successiva. Nel restante anno del mio mandato non avvenne, per problemi legati soprattutto al profilo sanitario e non a quelli più specificamente universitari. Tuttavia, trovo assolutamente normale che la successiva amministrazione abbia ora ultimato questo percorso. D’altronde, ciò che io non ero riuscito a fare in poco più di un anno, la messa in funzione del Ciclotrone, il prof. Cuzzocrea l’ha fatto in cinque anni e mezzo. E magari, come già fatto maldestramente in passato, sulla base di queste precisazioni, al prof. Cuzzocrea toccherà anche stavolta registrare un videomessaggio di solidarietà da inviare alla comunità accademica, ma… questa volta lo dovrà indirizzare a sé stesso.
Ciò detto, nelle parole del Magnifico Rettore voglio cogliere un invito, che non solo accetto, ma appoggio convintamente. Ritengo, infatti, che l’“operazione verità” di cui parla sia quanto mai attuale e necessaria per l’Università di Messina, anche e soprattutto alla luce di alcune osservazioni riferite all’operato dell’Ateneo contenute nella relazione annuale dell’Autorità Nazionale Anticorruzione 2023 per l’anno 2022, che proprio oggi è stata presentata in Parlamento. A pag. 251 viene ribadita, infatti, la mancata sussistenza dei presupposti per l’applicazione del regime derogatorio di cui all’articolo 2, comma 4 del DL n. 76/2020, usato dall’amministrazione guidata da Cuzzocrea per deliberare affidamenti diretti sopra soglia, senza alcuna gara d’appalto, per un valore complessivo di circa 35 milioni di euro. Leggendo la relazione dell’Anac vi è di più. Anche qualora si ammettesse l’applicazione del regime derogatorio in esame – affermano i giuristi dell’Anac – non ricorrerebbero, comunque, i presupposti per gli affidamenti diretti, per importi superiori alle soglie comunitarie, come previsto anche dal citato decreto legge.
Auspico, per amore di verità, che chi di dovere faccia presto chiarezza sulle gravi e circostanziate censure che l’Autorità Nazionale Anticorruzione ha mosso all’Ateneo di Messina, le cui eventuali pesanti responsabilità potrebbero far tornare la nostra Università a vivere vicende simili a quelle che, purtroppo, in passato ne hanno danneggiato enormemente nome e reputazione».
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