Messina “città sporca”, il M5S: «Degrado indecente, sotto gli occhi di tutti»

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Messina è sporca, la scerbatura è fatta “a macchia di leopardo” e l’organizzazione di MessinaServizi Bene Comune lascia alquanto a desiderare: questo quanto denunciato dai consiglieri di Circoscrizione del Movimento 5 Stelle. «Questa – sottolineano – non può essere la normalità nella tredicesima città d’Italia, in cui si paga una delle tasse sui rifiuti più care dell’intero Paese».

Proprio mentre si comincia a parlare tra le pareti di Palazzo Zanca del Piano Tariffario dei Rifiuti 2021 – che dovrebbe essere discusso dal Consiglio Comunale nei prossimi giorni –, crescono a Messina le segnalazioni per quel che riguarda le condizioni di incuria delle vie cittadine. A raccogliere le denunce, fotografiche e non, degli abitanti dei diversi quartieri sono oggi i consiglieri di Municipalità del Movimento 5 Stelle, Andrea Merlino, Paolo Scivolone, Alessandro Geraci, Renato Coletta e Gabriele Rossellini.

«Riceviamo quotidianamente – scrivono in una nota – segnalazioni, foto e telefonate da cittadini esasperati ed arrabbiati per le condizioni in cui versa la nostra città, a causa della sporcizia che pervade le strade del centro cittadino e interi villaggi periferici: uno stato di degrado indecente che è sotto gli occhi di tutti».

«Ascoltiamo ormai da oltre 2 anni – aggiungono – le mancate promesse da parte della MessinaServizi Bene Comune, che a più riprese ha parlato di squadre divise per zone, di team leader, responsabili e vigilanti che dovevano controllare tutto e soprattutto interagire con le Municipalità, le quali vedono e ascoltano i problemi territoriali prima di tutti ma che invece vengono ignorate senza avere alcuna interazione istituzionale da parte dell’azienda di via Gagini. Quello che invece registriamo è la totale disorganizzazione della Msbc, che eroga i servizi a singhiozzo e senza programmazione. Il rapporto con i consiglieri che rappresentano l’istituzione decentrata, inoltre, non può e non deve limitarsi a saltuarie richieste di intervento via telefono o messaggi di WhatsApp».

Nel mirino, in particolare, l’attività di scerbatura – che la Società sembra stia pensando di affidare all’esterno –, che i consiglieri pentastellati definiscono «carente, tardiva e a macchia di leopardo». Ma anche il servizio di spazzamento notturno, su cui sollevano parecchie perplessità: «Lo spazzamento meccanico notturno (?!?) – sottolineano –, quindi in condizioni di scarsissima visibilità e con il supporto di operatori ecologici con ramazza, anziché muniti di soffiatore, rende poco efficace la rimozione dei detriti e del fogliame, e quindi costituisce un inutile spreco di risorse e denaro pubblico. I cestini per le deiezioni canine, per di più, sono insufficienti ed in molti casi lo svuotamento degli stessi non avviene in maniera puntuale, ragion per cui abbiamo zone della città in cui da mesi la raccolta non viene effettuata».

«Vogliamo evidenziare – aggiungono i consiglieri del M5S – come il mancato spazzamento, oltre a rendere la città sporca, con le prime piogge comporterà come ogni anno l’intasamento di caditoie, griglie e tubazioni per la regimentazione delle acque piovane, con la conseguenza di richieste di manutenzione e pulizia delle stesse e ulteriori costi a carico della comunità».

In conclusione, aggiungono i pentastellati: «Non entriamo nel merito della pianta organica attuale della società che dovrebbe occuparsi dei rifiuti, ma che invece prende appalti per occuparsi di altri servizi, probabilmente senza avere i numeri e le competenze interne per svolgerli. Di contro, è ormai chiaro che la scelta di operare con la raccolta differenziata porta a porta in tutta la città ha praticamente eliminato la figura dell’operatore ecologico in strada, trasformando Messina in una città sporca e pieni di carrellati in ogni angolo del centro cittadino, con commercianti e cittadini costretti a pulire da soli gli spazi comunali antistanti i propri negozi e le proprie abitazioni. Questa non può e non deve essere la normalità nella tredicesima città d’Italia, in cui oltretutto si paga una delle tasse sui rifiuti più care dell’intero Paese».

 

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