Tredici associazioni unite propongono un decalogo per i candidati. E dicono: “Siano esclusi gli indagati per mafia o reati amministrativi”

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regioneTredici associazioni delle imprese, del lavoro e del movimento antimafia (Arci, Centro Pio La Torre, Cgil, Cisl, Cna, Confindustria, Confartigianato, Dems, Fondazione Chinnici, Legacoop, Libera, Unicoop, Uil) in un documento unitario propongono ai candidati alla Presidenza della Regione di misure lo sviluppo. E’ “essenziale”, affermano, “che le forze politiche e i candidati esplicitino in modo chiaro le loro concrete proposte programmatiche e le loro strategie per invertire rapidamente il declino del sistema economico, sociale e istituzionale che rafforza sempre piu’ il sistema politico-mafioso”. Tra i punti del ‘decalogo’, un piano industriale che valorizzi le risorse siciliane nei settori agroalimentare, beni culturali e turismo, e il “ripensamento nell’utilizzo dei fondi comunitari”. 

Il documento accenna poi all’emergenza crediti delle imprese in tutti e all’ineludibile risanamento della burocrazia regionale”. Viene sollecitato poi un piano di riuso sociale e produttivo dei beni confiscati alla mafia con premialita’ per le imprese virtuose, e si invoca anche un piano energetico che favorisca l’utilizzo di energie alternative. Le associazioni insistono per “l’incandidabilita’ di persone indagate o inquisite per reati amministrativi o di mafia”. Il documento verra’ discusso nel confronto con i candidati programmato per il prossimo 2 ottobre dalle 10 presso la sede del Centro Pio La Torre.

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