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Sud chiama Nord e Sicilia Vera approdano all’ARS, i deputati: «Pronti a rappresentare i siciliani»

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Primo giorno all’ARS per i deputati regionali di Sud chiama Nord e Sicilia Vera nella XVIII legislatura. I neoeletti Giuseppe Lombardo, Matteo Sciotto, Ismaele La Vardera, Ludovico Balsamo, Davide Vasta, Salvatore Geraci e Alessandro De Leo, orfani del leader Cateno De Luca, che sta recuperando dall’attacco ischemico transitorio di qualche settimana fa, sono stati accolti in sala Verde dalla segreteria generale per i primi adempimenti: la fotografia, la consegna del tesserino e il riconoscimento vocale.

La prima seduta di insediamento della nuova Assemblea Regionale Siciliana è in programma giovedì 10 novembre a Palazzo dei Normanni. Per i due gruppi Sicilia Vera e Sud chiama Nord è stata l’occasione per riunirsi e affrontare insieme le tematiche che saranno al centro del dibattito politico.

«Con questo primo step – dichiara il coordinatore di Sicilia Vera, Danilo Lo Giudice – ci avviamo ad iniziare la nostra attività parlamentare. Siamo pronti a rappresentare in aula le istanze dei siciliani che hanno riposto la loro fiducia nel nostro progetto politico. Saremo una opposizione propositiva così come anticipato. A breve, con il nostro Governo di liberazione, lavoreremo per fornire un’alternativa in grado di dare risposte concrete alle tante emergenze che attanagliano l’Isola».

Ma che tipo di opposizione faranno gli onorevoli deluchiani? Con quali gruppi collaboreranno? Ancora non è dato saperlo, ma il primo bersaglio di critiche è il presidente Renato Schifani, che a distanza di un mese e mezzo dalla vittoria alle elezioni regionali non ha comunicato i componenti del suo governo regionale.

«Oggi, a distanza di più di un mese dalle elezioni, non abbiamo ancora interlocutori con cui confrontarci. Giovedì 10 – conclude la nota – ci sarà la prima seduta di insediamento del parlamento siciliano ma il presidente Schifani non ha ancora sciolto le riserve sulla sua giunta. In questo quadro di incertezza ancora una volta a subirne le conseguenze saranno la Sicilia e i siciliani».

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