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MessinAccomuna a Cateno De Luca: «Come medaglie i risultati ottenuti grazie all’eredità ricevuta»

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Il comizio di Cateno De Luca, che ieri ha parlato a Piazza Unione Europea del suo primo anno da sindaco di Messina, ha fatto scattare la reazione di MessinAccomuna. Secondo il laboratorio di partecipazione civica, che conta tra le sue fila alcuni degli ex componti dell’Amministrazione Accorinti ( e Renato Accorinti stesso), il discorso del primo cittadino sarebbe stato soltanto un ennesimo tentativo di nascondere gli impegni mancati, gettando fango su chi lo ha preceduto.

Nonostante Cateno De Luca nel suo discorso abbia sottolineato chiaramente che «il primo anno si fa quell’attività di lavoro strutturale che serve a correggere ciò che non è compatibile con la propria visione, perchè non si può amministrare con l’alibi di chi c’era prima», MessinAccomuna risponde al sindaco di Messina con una dura nota, che riportiamo in maniera integrale.

«Non abbiamo ancora guardato all’ultimo prodotto della letteratura deluchiana sugli sfaceli di Accorinti & Co. (ovviamente: Accorinti, non Buzzanca, non Genovese, non i “politici di razza” che hanno sventrato Messina) in occasione della “relazione annuale”, un collaudato serial dell’horror amministrativo. La cifra comunicativa però era già annunciata, e l’intento-polverone dell’opera marchianamente evidente: coprire le promesse disattese, gli impegni mancati, il vuoto operativo dei mille annunci roboanti buttando discredito e magari qualche schizzo di fango sull’Amministrazione Accorinti. E magari mettendosi come medaglie i risultati ottenuti grazie all’eredità amministrativa ricevuta.

Il Sindaco che non ha portato un solo alloggio in più per l’emergenza abitativa, che doveva “svuotare le baracche” entro ottobre (sì, ma dell’anno scorso), che si è dimesso “irrevocabilmente” a settembre e a dicembre 2018 e a febbraio e marzo 2019, quello che doveva portare la differenziata al 36% entro luglio (e che ha cacciato un manager che magari ce l’avrebbe fatta), quello che doveva salvare le finanze della Città Metropolitana con le farse delle sue marce. Quello che ha chiuso le scuole l’anno scorso in attesa del “milleproroghe” (e, si chiedono i genitori, quest’anno cosa è cambiato?), quello che ha ammazzato il trasporto pubblico, che ha inaugurato i cantieri preparati da chi c’era prima (Tremestieri, Don Blasco, Mercato Zaera, ecc.), quello che ha bloccato il “salvacolline” e dimenticato il PRG che ha dichiarato di condividere, quello ha fatto solo confusione e polverone sul secondo Palagiustizia, facendo perdere un anno e mezzo per inseguire un progetto illegittimo, quello che “rimodulato” il Masterplan, ma finora ha avviato soltanto (la settimana scorsa) i progetti di tutela del territorio fatti da …Accorinti; il sindaco che fa i blitz contro i poveracci e alza bandiera bianca contro i Tir in città, quello che doveva chiudere le partecipate e ne ha aperte almeno tre nuove, che fa candidature con Forza Italia, discorsi all’UDC e garantisce prebende agli amici suoi, di D’Alia e di Picciolo e che ottiene maggioranze con la complicità dei consiglieri di Navarra; quello che propone regolamenti nulli (baratto amministrativo), istituisce mostre-mercato illegittime (Aldisio) e propone assurdità come il mercato sul viale Giostra, giusto per farsi voler bene (e votare?) dagli operatori dei mercati; quello che se la prende col custode se il campo “Santamaria” inaugurato a maggio 2018 è in condizioni indicibili, che attacca i lavoratori, i sindacati e chi ha la ventura di pensarla diversamente da lui, quello che ha instaurato il “terrore” a Palazzo Zanca, dove fa vendere al bar il miele di un suo amico e butta la croce su dirigenti e funzionari se le delibere che propone sono nulle; insomma, il sindaco del tram che vola e del Casinò, cosa può dire per mascherare le contraddizioni col suo programma, il vuoto dei suoi annunci, l’inconcludenza delle sue sceneggiate? Nulla di meglio che svillaneggiare chi gli ha consentito di farsi selfie mentre taglia i nastri, giusto per non far vedere che, finora, il “fatto” della sua amministrazione è farina del sacco altrui.

Non ci appassiona certo la prosa diluviante e spesso offensiva del Sindaco, ma può darsi possa essere istruttivo valutarne i contenuti e favorire, a beneficio di tutti, una sana opera demistificatoria”».

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  1. Se continuiamo a litigare, a parlare sempre male degli altri, a voler dire questo è merito mio non tuo, non si arriva a niente. Bisogna guardare i fatti e basta. Le chiacchiere restano tali, sia da una parte che dall’altra.

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