Le nuove frontiere dei candidati. Cacace, in corsa all’Ars, filmato nei momenti salienti della giornata. Dalla toilette al bar, un “Grande Fratello” solo per lui… e lui vuole essere “nominato”

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CacaceAbbiamo visto ogni tipo di reality: una decina di sconosciuti chiusi in una casa a oziare tutto il giorno; personaggi famosi su isole sperdute a cercare noci di cocco o nelle vesti di circensi; aspiranti cantanti e ballerini che dovrebbero essere “Amici” ma si scannano dalla mattina alla sera perché il loro avversario ha preso una stecca o ha sbagliato una piroetta. In un momento in cui il fenomeno sembrava essersi sopito – il reality adesso sembra quasi “relegato” alle reti televisive nuove e con meno ascolti rispetto a Rai e Mediaset, il cui pubblico sembra essersi stufato della televisione “guardona” − ecco che spunta il reality della politica. Marcello Cacace, ex presidente dei giovani di Confindustria a Palermo e candidato alle regionali del 28 ottobre nella lista “Nello Musumeci”, che si definisce “un imprenditore stanco della malapolitica”, ha pensato che non bastassero volantini e manifesti per far sapere che “c’è anche lui”. E per questo ha esteso la sua campagna elettorale sul web con il “Cacace reality”, sul suo canale YouTube. Un trailer che alla Metro Golwyn Mayer verrebbe una bella botta di invidia, con un sottofondo musicale incalzante e slogan da candidato alla presidenza degli Usa. Da quattro giorni, la matricola Cacace (è la sua prima vota da candidato) è seguito quasi costantemente da un operatore che riprende i momenti salienti della sua giornata sintetizzati in filmati di poco più di un minuto. Perché durano così poco? Cacace ha pensato anche all’aspetto psico-sociale della sua trovata: «Secondo gli analisti – spiega − l’attenzione dell’utente si riduce dopo il 54° secondo». Cacace che si fa la barba, Cacace che beve un caffè in balcone, Cacace che passeggia, Cacace al bar con gli elettori. Insomma, Cacace in ogni dove! «Finora il bilancio è più che positivo» dichiara. «Sto toccando con mano la diffidenza della gente nei confronti della politica. Molte persone usano parole dure, facendo nomi e cognomi di chi secondo loro è responsabile del disastro della Sicilia. Non c’è nulla di artefatto e non esiste una sceneggiatura». E, soddisfatto della sua idea, aggiunge: «Andrò avanti col reality sino alla fine della campagna elettorale e nei prossimi giorni ci saranno video interessanti (Nel senso che finora egli stesso ritiene poco interessanti le sue clip?, ndr)». Quando si parla di reality si scomoda sempre il povero George Orwell, che ha avuto la colpa di scrivere un romanzo innovativo dove si nomina un “Grande Fratello che ci guarda sempre”. Noi, invece, non vogliamo scomodarlo, per non intaccare ulteriormente il fine nobile per il quale il suo ingegno aveva prodotto un capolavoro della letteratura, e non uno spunto tragicomico per farci conoscere e amare dalla gente.

 

Alessia Abrami

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