I quattro “scudieri” di Renzi chiedono le primarie per il Pd: “Le prevede lo statuto”

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queroA Francantonio Genovese dicono: “le primarie sono un passo dovuto per il Pd, sono previste dallo statuto”. Il problema è che l’Udc, neoalleato dei democratici, potrebbe non accettare il ricorso alle consultazioni “preventive”. Ma loro vanno avanti per la loro strada nel segno di Matteo Renzi. Sono: i presidenti di IV e V quartiere, Francesco Palano Quero e Alessandro Russo, il consigliere comunale di Nizza di Sicilia, Giacomo D’Arrigo e il segretario del circolo Libertà Pd, Filippo Cangemi. Oggi la presentazione della loro proposta in una conferenza stampa che si è tenuta a Palazzo dei Leoni. Il sindaco di Firenze sarà a Messina per una grande manifestazione, il 15 ottobre, e i quattro “scudieri” del “rottamatore” pensano che anche a Messina, non solo in tutta Italia, si debba fare così. Tra sette, otto mesi si andrà al voto per le amministrative. Nel documento programmatico si legge: “in questo partito (il Pd), lo strumento delle primarie costituisce non soltanto un punto di metodo, ma anche di sostanza democratica, che lo compenetra interamente. Negarne l’importanza o sottovalutarla costituisce un grave errore: un partito che è nato fondando la sua legittimazione ultima proprio sullo strumento del confronto alle primarie non deve – nel breve volgere di qualche anno appena – essere tentato dal fascino dei criteri di scelta del passato, né può far trasparire il messaggio che la scelta delle primarie sia reversibile, o – peggio – consentita solo quando i rapporti di forza interni del partito lo consentano, ovvero quando, infine, convenienze ed opportunismi legati a situazioni contingenti o locali le possano tollerare”. Russo, Quero, D’Arrigo e Cangemi hanno criticato, ad esempio, il metodo che ha portato alla scelta di Rosario Crocetta quale candidato Pd-Udc alla presidenza della Regione. Non i cittadini a indicarlo, ma i vertici dei due partiti. La nota dei quattro si conclude così: “Non abbiamo paura della competizione, né di mettere a repentaglio la nostra militanza all’interno del partito. Siamo fortemente motivati ad affrontare questa sfida ideale e programmatica perché  davvero convinti che il Partito Democratico debba compiere fino in fondo la sua originaria scelta di essere un partito nuovo, e noi spingeremo verso questa direzione”. 

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