Currenti attacca Croce sui tagli allo stipendio dei vigili: «Recuperi le risorse dai fondi ecopass»

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pippo currenti«La scelta del commissario Croce di voler ridurre le ore dei 48 vigili urbani con contratto a tempo determinato, in servizio a Messina, sembra voler sottacere e non comprendere il grave momento storico attuale e la crisi finanziaria». Così l’onorevole Pippo Currenti prende le difese degli appartenenti al corpo della polizia municipale ai quali si vuole ridurre lo stipendio del 50%. Secondo Currenti, queste scelte «fanno venire meno i risultati positivi relativi alla struttura viabilistica, programmata dal precedente sindaco, per fronteggiare l’attuale emergenza traffico» e aprono «un fronte di disservizi giornalieri nella gestione della sicurezza dei cittadini, della vivibilità e della viabilità nelle strade comunali, oltre ai grandi problemi economici e di sussistenza per le famiglie dei 48 vigili che, da un mese all’altro, si trovano a non poter “sbrarcare il lunario mensile”». Per l’onorevole, quindi, è fondamentale confermare il numero di ore previsto per continuare a garantire i servizi essenziali svolti dai vigili urbani, e ipotizza che le risorse potrebbero essere recuperate dai fondi provenienti dall’ecopass, dalle quali si attinge già per pagare gli stipendi dei 20 colleghi vigili assunti con contratto a tempo determinato per un anno. «Inoltre – continua Currenti −, si vuole porre in evidenza e condannare la discriminazione messa in atto dall’amministrazione all’interno del gruppo di lavoratori appartenenti allo stesso corpo di polizia municipale con le stesse identiche funzioni e responsabilità. Infatti, alcuni stipendi sono stati decurtati, mentre altri vengono garantiti in toto attingendo dai fondi provenienti dalla tassa sull’ecopass». Currenti si dice stupito del fatto che il commissario Croce prendere questo tipo di provvedimenti nei confronti di un corpo che rappresenta una risorsa per i cittadini e chiede, infine, maggiore professionalità a Luigi Croce «nella gestione delle risorse professionali destinate ai servizi essenziali, riducendole da quelle non essenziali».

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