Caso Amam, Lo Presti e Sturniolo: “Si modifichi il Piano di riequilibrio”

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Lunedì il Consiglio comunale si pronuncerà sulla tanto discussa modifica allo Statuto dell’Amam, in vista della fusione con Ato 3 e Messinambiente. I consiglieri che voteranno la delibera sentiranno sicuramente il fiato sul collo dei lavoratori delle due partecipate che rischiano di perdere il posto di lavoro.

Sulla vicenda intervengono i consiglieri Lo Presti e Sturniolo sottolineando cosa realmente si cela dietro il cambio dell’oggetto sociale dell’Azienda Meridionale Acque Messina.  “Sarà in questi giorni in discussione in Consiglio Comunale – precisano i due consiglieri –  la modifica dello Statuto dell’Amam. Con grave irresponsabilità l’Amministrazione ha mescolato modifica dello Statuto, salvaguardia dei livelli occupazionali e futuro della società che dovrà gestire il servizio di igiene ambientale. Si vuole fare votare un progetto dell’Amministrazione (quello del Piano di Riequilibrio e della Multiservizi) sotto la pressione di chi oggi teme per il proprio futuro lavorativo”.

 

“Tra le misure più odiose presenti nel Piano di riequilibrio – precisano  – c’è quella che riguarda la società che gestisce il servizio idrico. Dagli utili del bilancio dell’Amam andrebbero, infatti, ricavati 23 milioni di euro in 10 anni. Questo, oltre a ledere in profondità il principio dell’acqua come bene comune, rappresenta una grave ipoteca nei confronti dell’azienda che gestisce il servizio.

Lo Presti e Sturniolo invitano l’amministrazione a seguire un’altra strada. “L’amministrazione rinunci alla misura del Piano di riequilibrio che riguarda la vendita dell’acqua e utilizzi quei 23 milioni di euro in 10 anni per la salvaguardia dei livelli occupazionali e l’ammodernamento della rete. Renda, cioè, quell’azienda più solida e gli dia un futuro. Questo potrebbe servire anche a liberare risorse che oggi gravano sui cittadini attraverso la Tari e a facilitare il futuro della società che dovrà gestire il servizio di smaltimento dei rifiuti. Un’operazione del genere – dichiarano i due – potrebbe servire ad affrontare subito l’emergenza occupazionale e darsi il tempo di una modifica dello Statuto che vada incontro alla legge sulla ripubblicizzazione del servizio idrico già passata in Commissione Bilancio all’Ars e alla legge della stessa natura attualmente in discussione in Parlamento. Entrambe considerano l’acqua come bene comune pubblico privo di rilevanza economica (cosa da noi sostenuta nell’interrogazione fatta al sindaco che chiedeva di gestire i servizi pubblici attraverso aziende speciali e non società per azioni), quindi in ogni modo non adeguata a pagare debiti pregressi che nulla hanno a che fare con il servizio idrico”.

Infine, Lo Presti e Sturniolo propongono nuovi provvedimenti utili a ridurre le spese.”L’amministrazione potrebbe utilizzare risorse derivate da un abbattimento del fondo per le indennità premiali ai dirigenti, dal potenziamento e rafforzamento del Dipartimento Avvocatura attraverso l’incremento del numero  degli avvocati interni con altre unità di personale abilitate all’esercizio della professione, già presenti in organico, ma attualmente preposte ad altri compiti (presso l’Avvocatura esistono almeno altri 6 funzionari Direttori di Sezione abilitati Avvocati ai quali non si è ritenuto finora di conferire procure o incarichi di difesa e rappresentanza dell’Ente in giudizio) ciò determinerebbe la compressione della spesa per i contenziosi affidati all’esterno e quanto si libera in seguito alla Legge Regionale che riduce i compensi per gettoni di presenza e oneri riflessi dei consiglieri comunali”.

 

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