Ato 3 – Amam, Faranda: “Ecco perchè non ho votato la delibera”

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farandaRiceviamo e pubblichiamo:

La mia assenza di ieri in aula è frutto di una precisa scelta politica che vuole sottolineare come non si sia affatto cambiato rotta rispetto al passato tanto demonizzato; tutt’altro! Il ritardo con cui vengono proposti atti di vitale importanza per la città rispecchia un modus operandi ormai consolidato di questa amministrazione.

La precedente amministrazione aveva messo in liquidazione le due società per un preciso obbligo di legge e con la previsione futura di costituire una New Co con partecipazione maggioritaria privata da reperire a mezzo procedura ad evidenza pubblica di risonanza comunitaria, o di affidare il servizio in concessione. Sono stati persi ben tre anni per arrivare alle ultime ore utili per la mobilità dei dipendenti, utilizzando la disperazione di chi corre il serio rischio di perdere il posto di lavoro per una scelta gestionale sbagliata. Vero è che la delibera avente per oggetto “Controllo analogo – Modifica statuto AMAM”, è stata depositata a dicembre 2014, ma è altresì vero che, non a caso, il 30 giugno scorso la Giunta ha approvato “l’emendamento” che , di fatto, modifica integralmente la precedente delibera e solo la settimana scorsa approda in commissione. La data è quella di cessazione dell’ATO3. Ma guarda caso proprio ieri sera il governo regionale, come peraltro era prevedibile, concede un’ulteriore proroga di ben 6 mesi agli ATO siciliani! Non si può limitare il dibattito alla sola modifica dello statuto AMAM: per valutare le ricadute delle scelte politiche occorreva predisporre preliminarmente un piano industriale che dimostrasse la capacità finanziaria della società che, ad oggi, non è certamente delle migliori, dati gli importanti investimenti necessari per migliorare il servizio.

Sono sotto gli occhi di tutti le indecorose condizioni della città, sia per la raccolta dei rifiuti che per lo spazzamento, e questo sia a causa di mezzi e attrezzature obsolete, ed a parità di personale, con realtà di uguale dimensioni, sia per improvvide scelte gestionali. Rimango convinta che, per le ricadute economiche sulla cittadinanza ormai allo stremo, che sopporta il 100% del costo del servizio e per una migliore qualità dello stesso, sarebbe stato necessario immaginare un percorso diverso. Il provvedimento di ieri lascia troppi punti interrogativi senza risposte. Troppo facile dichiarare di essere a favore dei lavoratori, strappare qualche applauso e qualche consenso, probabilmente, già incassato.

Io invece credo, in tutta onestà, che il compito di un consigliere sia di rappresentare tutti i cittadini, nessuno escluso, dunque, anche dei lavoratori. Chi di noi potrebbe schierarsi contro i lavoratori? Essi sono anche e prima di tutto cittadini e le decisioni che assumiamo oggi ricadranno comunque su di essi e su tutti i messinesi. La modifica dello statuto è un atto politico forte che, nel bene e nel male, cambierà la sorte dei lavoratori e, soprattutto, dei cittadini e spero non riservi altre sorprese. Quali saranno le ricadute per le tasche dei contribuenti messinesi? Quali e quante risorse verranno impegnate per la mega operazione? Dove sono i contratti di servizio e i piani industriali? Ad oggi mi pare siano mancati totalmente i presupposti per una serena analisi di un atto politico di così importante rilevanza. Ecco perché ho ritenuto di non partecipare alla seduta del civico consesso, consapevole del fatto che il mio voto non avrebbe potuto in alcun modo incidere a tutela dei cittadini ed avendo la maggioranza già assunto, in altre stanze, meno pubbliche, la decisone. Così ho ritenuto di rispettare la fiducia dei messinesi che rappresento, non partecipando alla votazione di un atto di tale importanza ma che, a mio avviso contiene più ombre che luci.

Daniela Faranda

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