Il Comitato nazionale No.Proroga.Rettori analizza quanto espresso dal Decano dell’Ateneo di Messina, il Professor Berlingò, in merito alle procedure di elezione del nuovo Rettore. Il Professore infatti annuncia l’anticipazione a giorno 23 Maggio della prima convocazione del corpo elettorale per il rinnovo della carica di Rettore, inizialmente fissata per il 24 Maggio, e nel far ciò afferma: «Considerato, altresì, la ormai probabile prossima emanazione del nuovo Regolamento per le elezioni del Rettore, su cui si è già espresso il Consiglio di Amministrazione, Regolamento che, tuttavia, nel testo sinora elaborato, non elimina ogni possibile dubbio né sui tempi dello spoglio né su come debba essere esattamente computato l’intervallo di tempo fra una l’una e l’altra votazione e il periodo dei venti giorni previ rispetto alla prima votazione per la presentazione delle candidature».
Quanto emerso dalle parole di Berlingò ha suscitato l’intervento del Comitato No.Proroga.Rettori: «Con ciò il Decano ci rende edotti del fatto che a una manciata di giorni dal termine ultimo entro il quale è possibile candidarsi alla carica di rettore e a meno di un mese dall’apertura urne, l’Università di Messina non è stata in grado di dotarsi di una normativa che regolamenti le elezioni del vertice dell’Ateneo. In aggiunta, appartenendo alla ristretta cerchia di coloro che hanno avuto il privilegio di prendere visione della bozza di regolamento licenziata dal Consiglio di Amministrazione (presumibilmente nella seduta del 23 Marzo), il Decano esprime una valutazione negativa sul testo, il quale non integrerebbe a sufficienza quanto previsto dallo Statuto, dando adito a una indeterminazione procedurale che Egli ha ritenuto di affrontare e risolvere in prima persona attraverso il proprio decreto».
«Vale la pena di sottolineare — continua il comitato — come l’ordinanza 01085/2010 del 22 Novembre 2012 con cui il T.A.R. di Catania respingeva la richiesta di elezioni anticipate, chiamasse in causa i “regolamenti attuativi del nuovo statuto, anche con riferimento alla disciplina di elezione del nuovo rettore”, la mancata adozione dei quali avrebbe reso impossibile l’elezione del rettore “non potendosi, tra l’altro, procedere secondo le norme fissate dalla previgente disciplina regolamentare che ormai ha perduto efficacia”. Ebbene quei decreti attuativi, da adottare entro il termine del 30 Settembre 2013, ad oggi sembra che continuino a mancare».
E tornano anche sulla condanna dell’attuale rettore Tomasello: «In base alla legge 97 del 2001, all’indomani della pesante condanna il Professor Tomasello immediatamente avrebbe dovuto essere sospeso dalle funzioni di Rettore. Qualora tale interpretazione ─ segnalata al MIUR mediante un esposto al quale non è pervenuta risposta ed oggetto di una denuncia-querela alle Procure della Repubblica di Roma e di Messina ─ dovesse trovare conferma da parte della Autorità giudiziaria, gli atti deliberati dagli organi accademici di governo presieduti dal Professor Tomasello nei mesi intercorsi tra la sentenza di primo grado ed oggi, ivi inclusa l’approvazione del regolamento per l’elezione del Rettore, dovrebbero essere considerati nulli. Ove sulla applicabilità della legge 97 del 2001 dovessero residuare dubbi che gli scriventi non condividono, la ancor più stringente normativa in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi nelle pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico che entrerà in vigore il 4 Maggio 2013, dà comunque contezza della impossibilità che il Professor Tomasello possa continuare oltre ad esercitare le funzioni non solo di Rettore, ma anche di Presidente della Fondazione Università e di Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Neurochirurgia del Policlinico. Sempre in riferimento alle elezioni per il rinnovo della carica di Rettore, un ultimo ma non meno rilevante nodo: la condanna comminata in primo grado di giudizio al Professor Tomasello e a un certo numero di docenti della ex Facoltà di Medicina Veterinaria e la recente conferma definitiva in Cassazione della condanna ai concorrenti nel reato che avevano fatto ricorso al rito abbreviato è costituito dalle possibili ricadute della sentenza del Tribunale Penale di Messina del 20 Febbraio e della sentenza della Suprema Corte dei primi di Aprile in termini di elettorato attivo. Al voto infatti potrebbero non avere diritto coloro che sono stati dichiarati interdetti con sentenza passata in giudicato, così come potrebbe non essere consentito di esprimere la propria preferenza a coloro che sono sospesi di diritto. La delicatezza della questione ci induce, qualora le sentenze poc’anzi menzionate non fossero ancora nella disponibilità dell’Ateneo, a formulare un pressante invito alla Magistratura, affinché verifichi la corretta e tempestiva notifica degli atti in questione alle amministrazioni di competenza, per l’adozione degli opportuni provvedimenti».
«Il rischio concreto che si intravede è che lo spettro della nullità venga ad inficiare il momento più delicato nella vita del nostro Ateneo. Nel rispetto profondo che nutriamo nei confronti delle Istituzioni e nel fermo convincimento che le regole democratiche alla base del rinnovo della rappresentanza dovrebbe essere scevre da ogni ambiguità — conclude No.Proroga. Rettori, ci rivolgiamo con deferente rispetto al Decano Professor Berlingò e al Responsabile di Ateneo della prevenzione della corruzione, invitandoLi ad esprimerSi pubblicamente in ordine delle delicatissime questioni sollevate».
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