«In occasione della cosiddetta Fiera Franca – racconta Franz Riccobono – e della concomitante celebrazione della Patrona Madonna della Lettera, il cui fercolo a partire dal ‘500 era costituito dal carro processionale della Vara, Messina veniva addobbata in maniera straordinaria con apparati e “trasparenti” (dipinti con colori ad erba, appunto trasparenti che, illuminati dal retro, davano particolare suggestione all’opera) che creavano una coreografia ricca e raffinata che trasformava la città in un grande emporio commerciale. I proprietari delle case lungo il tragitto della Vara gareggiavano tra loro negli addobbi delle facciate, con decori floreali, stendardi, tappeti, coperte e quanto potesse aggiungere ricchezza al percorso sacro».
«Addirittura – prosegue – taluni creditori venivano scarcerati per dar loro la possibilità di pagare i debiti pregressi con il frutto della Fiera estiva. Per dare idea della ricchezza, basti pensare che le Quattro Fontane tra via Cardines e via Austria vennero realizzate per celebrare la ricorrenza centenaria (nel ‘600 e nel ‘700) delle feste per la Madonna della Lettera protettrice di Messina».
«Nel 1842, sempre in occasione delle feste centenarie, con la presenza dell’intera famiglia reale Borbonica venne realizzata alla conclusione settentrionale della via Ferdinanda, la fontana Falconeri oggi ricostruita all’apice di via Sant’Agostino. Per l’occasione, lo studioso Ventimiglia pubblicò una specifica monografia con tavole di Michele Panebianco e Giacomo Conti che descrive la fastosità di quelle celebrazioni (in foto uno dei “trasparenti”, ndr). Quindi, grande impegno del Senato e dei cittadini messinesi per la grande festa di Messina che fino all’Unità d’Italia celebrava Maria Santissima protettrice della città sia sotto il titolo della Sacra Lettera che dell’Assunta».
(Foto dell’archivio di Franz Riccobono e Giangabriele Fiorentino)
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