Via foglie e rami secchi, piazza Cairoli oggi ha tutto un altro aspetto e, vista dall’alto, è ancora più sorprendente. La potatura degli alberi è quasi ultimata e nel cuore di Messina sono ricomparsi balconi, se non palazzi interi, che non vedevano la luce da anni. I loro inquilini d’ora in poi dovranno stare attenti se non vogliono finire come il famoso “uomo nudo” della popolare serie tv Friends, che girava senza veli inconsapevole (forse) di essere tenuto sott’occhio dai vicini del palazzo di fronte.
Certo, le modalità con cui è stata fatta la potatura (o meglio, la capitozzatura che, ci dice wikipedia, è una “tecnica di potatura che consiste nel taglio dei rami sopra il punto di intersezione con il tronco o altro ramo principale” definita, tuttavia, anche “molto drastica […] che riceve aspre critiche”) hanno fatto storcere il naso a molti, ma gli esperti del Sindaco hanno assicurato che tutto si sta facendo esattamente come va fatto.
In ogni caso, ciò che colpisce l’occhio inesperto (quello di chi scrive e, si suppone, di una buona percentuale di chi si trova dall’altra parte dello schermo) è il nuovo look di piazza Cairoli, in parte (ma solo in parte) più simile a quello di tanti anni fa.
Vista dall’alto la piazza dopo la potatura può creare un certo disorientamento, non sembra quasi più lei, appare più grande, la griglia (quella su cui qualcuno aveva pensato di arrostire le braciole) svetta come mai prima d’ora. La luce oggi ne invade ogni centimetro, e chi vive o lavora nei palazzi che la circondano (il suggerimento per loro è di comprare delle tende) può osservarne ogni mutamento nel corso della giornata. I giochi d’acqua zampillano dalla fontana rimessa a nuovo (ma solo a metà), i cani trascinano da una parte all’altra i loro padroni, una donna, seduta su una panchina, aggiusta il colletto del giubbotto della propria bambina per evitare che prenda freddo.
Dal basso l’effetto è un po’ diverso, la mancanza delle foglie, di quel verde intenso che filtrava la luce e dava sollievo nelle giornate più calde, si fa sentire. L’effetto generale è un po’ lugubre e il chiosco chiuso e ormai abbandonato non aiuta. Così come non aiuta la “gabbia” che circonda l’ulivo secolare, con la parte superiore ricoperta di ruggine.
Ma, stando quantomeno alle affermazioni del Primo Cittadino e dei suoi esperti, gli alberi torneranno più belli e più forti di prima. Non resta che attendere, quindi.
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Ma già che c’erano non avrebbero potuto “potare” anche quell’osceno monumento di ferraglia?
1) Fate nome e cognome dei tecnici che dicono che “assicurano che tutto è stato fatto esattamente come doveva essere fatto”, se sono agronomi meritano di essere mandati via dall’ordine.
2) Wikipedia non dice solo quello sulla capitozzatura, dice anche “E’ una pratica che riceve aspre critiche”, ma soprattutto: “…molto criticata e deprecata perché dannosa agli alberi, anche quando praticata su alberi ornamentali”
3) In una città come Messina, in un periodo in cui si sta andando verso temperature più alte togliere la chioma degli alberi è pazzia
4) “Gli alberi torneranno più belli e più forti di prima”, non è per NULLA vero, anzi sarà esattamente il contrario.
Un bel link per capire:
http://www.isaitalia.org/gli-indispensabili/176-documenti/indispensabili/237-perche-la-capitozzatura-e-dannosa.html
P.s.: sono di Torino, per cui non ho nessun interesse a colpire politicamente nessuno.
L’esperto cui si fa riferimento nell’articolo è il consulente agronomo del Comune di Messina, Saverio Tignino. Che, secondo me sbagliando (ma io non sono agronomo), ha dichiarato che l’intervento di capitozzatura era l’unico tipo di potatura che si poteva eseguire su questi alberi (e che comporterebbe poco stress). Mah.
Aggiungo che le grosse foglie e la miriade di rametti che si vedranno spuntare in primavera non indicheranno che le piante saranno in salute e rigogliose, esattamente il contrario: non avendo più gemme a disposizione, dovranno produrne disordinatamente il più possibile e con foglie tendenzialmente più grandi per poter fare una cosa logicissima per una pianta: respirare e poter fare la fotosintesi per il proprio nutrimento.
Un po’ come se qualcuno di noi fosse messo a forza sott’acqua, una volta fuori il primo respiro sarebbe ampio e profondo, ma nessuno lo scambierebbe per un respiro sano di un organismo che sta bene!
vergognesamente brutta.
provate a respirare il cemento dei balconi, al posto dell’ossigeno degli alberi.
Sentirete che sollievo quando il sole estivo scalderà tutto quel cemento!
Sono agronomo e membro del consiglio regionale dell’Ordine della regione Liguria. Se qualcuno mi fornirà i nominativi dei colleghi che hanno autorizzato questa operazione sarà mia cura segnalarli al consiglio di disciplina dell’ordine per una bella sanzione.
L’esperto cui si fa riferimento nell’articolo è il consulente agronomo del Comune di Messina, Saverio Tignino. Che ha definito – secondo me a torto (ma io non sono agronomo) – l’intervento di capitozzatura l’unico che si poteva eseguire su queste piante.
Resta comunque purtroppo la piazza più brutta d’Italia. Almeno fra quelle più centrali. I messinesi si sono sempre messi d’impegno per renderla più brutta .Prima hanno abbattuto il Sant’Ignazio ed il pal.del Credito Italiano,poi è stata ripavimentata con materiali discutibili, alla fine la grande “tarigghia” a mo’ di “arc de trionph” e tutt’intorno palazzi orrendi.
La solita legna pubblica che va a finire nelle mani di privati!