Dal bambino di cera, alla cona, passando per l’intramontabile presepe: mentre addobbiamo alberi e case di mille colori, posizioniamo renne e piccoli omini vestiti di rosso ad ogni angolo, ricordiamo alcune delle antiche tradizioni del Natale a Messina, ancora vive soprattutto nei villaggi della città dello Stretto.
Oggi, 8 dicembre 2022, a Messina ci si prepara per dare il via ufficiale alle feste. Da oggi parte l’isola pedonale del centro, il sindaco Federico Basile accenderà le luci degli alberi di Natale, partendo da quello di Palazzo Zanca, dopodiché sarà il turno di Tosca, che, dal palco del Teatro Vittorio Emanuele, inaugurerà questo periodo di festa. Prima di immergerci nel 2022, però, facciamo un passo indietro tra le tradizioni del Natale messinese.
Le antiche tradizioni del Natale a Messina
Fino al ‘900 a Messina non si usava fare l’albero di Natale come oggi, le usanze più diffuse erano altre. Ve ne presentiamo tre.
La cona
Un’antica tradizione del Natale messinese, ancora viva nei villaggi, ma non solo, è quella della “cona”. Di cosa si tratta? Mentre in casa si allestiva il presepe e, in tempi più recenti, si addobbavano gli alberi, per le strade di Messina venivano realizzate come delle piccole grotte vegetali, con un’intelaiatura in canna, che prendevano il nome di “cona” (da “icona”). Al loro interno giaceva un Gesù bambino che poteva essere fatto di cera o altri materiali, dalla terracotta al gesso. Le “cone” erano allestite con ramoscelli, arance, alloro, frutta secca e non, dalle noci ai fichi d’india, passando per i mandarini.
Tuttora ogni anno l’Associazione Amici del Museo di Messina organizza per Natale un concorso per premiare “A cona più bella”.
Il presepe
Strettamente collegata alla “cona”, quella del presepe è una tradizione viva un po’ in tutto il mondo cristiano. Sebbene il suo ruolo di primo piano nelle case cittadine si stia affievolendo, rimane forte nei villaggi, specialmente nella forma del presepe vivente, o comunque costituito da personaggi di grandi dimensioni, spesso quasi a grandezza naturale. Tra i più famosi a Messina c’è quello di Castanea, naturalmente; mentre a Ganzirri la natività prende posto sul Lago. I lavori per realizzarli iniziano con mesi di anticipo; per la zona Sud si segnalano invece Santo Stefano Briga, San Filippo e Cumia.
Il presepe nella sua forma più classica ha origini antiche a Messina, tra i maestri si ricordano le botteghe artigiane dei Lamberti e dei Gemmalo, e in ultimo, quella di Letterio Allegra attiva ancora nel secondo dopoguerra. Sotto Natale, le case messinesi, dalle più povere alle più ricche, ospitavano presepi variegati, fatti di grotte e botteghe, pastori in cartapesta e argilla. Tutt’ora la tradizione è abbastanza sentita, ma i presepi vanno a occupare sempre meno spazio.
Il bambino di cera
Dal presepe passiamo, in ultimo, al bambino di cera, antica tradizione del Natale a Messina nata nel 1712 da un “miracolo”: la lacrimazione del bambino Gesù fatto in cera del presepe allestito da Padre Fabris nella Chiesa di San Gioacchino. L’evento, sottoposto all’esame del Tribunale Ecclesiastico, diede vita a una vera e propria tradizione. Dall’’800 anche nelle case dei normali cittadini veniva allestita sotto Natale una teca di legno e vetro con dentro conservata la raffigurazione in cera del bambino Gesù. Padre Fabris fece realizzare una teca speciale alla bottega degli Juvara per custodire il bambino di cera.
Le foto di questo articolo provengono dal libro “Il presepe, una cultura una tradizione in Sicilia”, Franz Riccobono e dal testo “Il presepe a Messina, devozione e culto al bambin Gesù”.
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