Festa del sovvertimento, del caos e del mascheramento, il Carnevale ha origini antichissime, risalenti probabilmente all’epoca degli antichi greci (le dionisiache) e dei romani (i saturnali). Allora, come in tempi più recenti, comportava un temporaneo stravolgimento delle dinamiche e delle gerarchie sociali, era una grande festa durante la quale tutti erano uguali, tutto era ammesso. D’altronde, come si suol dire “A Carnevale ogni scherzo vale”. Da qui la grande partecipazione popolare, il grande coinvolgimento di tutti gli strati della popolazione.
A raccontarci com’era nella Messina del boom economico è, ancora una volta, il professor Franz Riccobono: «Tra le attività ricreative che seguivano il ciclo annuale, in cui la parte del leone era quella del Mezz’agosto Messinese, va ricordato anche il Carnevale che animò gli inverni in città tra la fine degli anni ’50 e tutti gli anni ’60.
Il Comune di Messina era promotore di tante iniziative socio-culturali ricreative e tra queste un ruolo non secondario lo ebbe il Carnevale, che vedeva coinvolto l’intero centro storico. Dal viale San Martino a via Garibaldi scorrevano i carri allegorici tra due ali di folla oltremodo coinvolta nell’allegra iniziativa. Erano gli anni del tardo dopoguerra e dell’inizio del miracolo economico, e quindi tutti volevano partecipare alla rinascita della vita sociale a Messina».
«Nell’impresa – prosegue Franz Riccobono – erano coinvolte le tante pasticcerie con i dolci tipici di quel periodo, tra questi regina era la pignolata, ma spopolavano anche le ciambelle con i confetti oltre alle immancabili chiacchiere e al torrone. In cucina teneva il campo il succulento ragù di maiale accompagnato dalla tradizionale salsiccia.
Artefici di queste come di altre iniziative furono due personaggi ben noti in quel tempo come il Cavaliere Speranza e l’Onorevole Enzo Gentile che, provenendo dalle organizzazioni di dopolavoro del periodo pre-guerra erano confluiti nell’ENAL (Ente nazionale assistenza lavoratori) cui era delegata, oltre l’organizzazione del Mezz’agosto messinese, anche altre iniziative come il raduno internazionale dei gruppi folkloristici, la coppa Lo Forte di pallacanestro, come pure le gare podistiche, di pattinaggio, ciclistiche, motociclistiche ed automobilistiche nel cui ambito regina fu la competizione denominata “10 ore notturne”».
«Quindi – conclude –, anche a Carnevale vi era in quegli anni una straordinaria partecipazione cittadina che animava per intero il centro storico coinvolgendo ogni componente sociale. Tante erano le persone che scendevano in strada per festeggiare il Carnevale messinese che il viale San Martino, al tempo ad unica corsia, veniva coperto da uno spesso strato di coriandoli su cui si muovevano i partecipanti a questa allegra manifestazione. Sorprendente la ricchezza dei carri allegorici che andavano dai grandi gruppi montati sul cassone di camion all’adattamento di motoveicoli come la Vespa o la Lambretta che venivano curiosamente addobbati per la circostanza».
Tantissimi gli scherzi che venivano fatti in un clima goliardico che trascinava proprio tutti, dai più grandi ai più piccini. Il travestimento non era, come per lo più oggi, un divertimento per i soli bambini, ma coinvolgeva anche i giovani e gli adulti. Tra le maschere più gettonate, quelle tipiche della tradizione, come il famoso Peppe Nappa, ma anche i personaggi dei film più in voga in quel periodo, come per esempio l’indimenticabile Lawrence d’Arabia. Oltre alle sfilate organizzate dal Comune di Messina e nei villaggi, in molti davano vita a feste in maschera, spesso a tema, cui si partecipava in un clima di grande allegria.
Oggi il Carnevale messinese, o meglio “U Cannaluvari Missinisi” è tornato, sebbene non sia ancora in grande forma. I carri che hanno sfilato lo scorso anno non erano certo suggestivi come quelli che si possono ammirare dalle foto ritrovate (in questo caso il tema doveva essere quello dei paesi del mondo, ma ogni anno si variava), e la partecipazione della città è stata a dir poco “timida”, ma quest’anno ci sarà la seconda edizione, e le premesse per una grande festa sembrano esserci tutte.
(Foto dell’archivio di Franz Riccobono e Giangabriele Fiorentino)
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