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Trasporti e Tar. Germanà e Garofalo (NCD) intervengono

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ncd“Le condizioni del trasporto nello Stretto di Messina non sono degne di un Paese comunitario. La continuità territoriale che da tempo si sbandiera non è tutelata come si converrebbe. Il Ministero dei Trasporti ha un ruolo chiaramente strategico e pertanto è obbligato ad intervenire, adottando provvedimenti risolutivi definitivi”. Lo ha detto il deputato regionale del Nuovo CentroDestra, On. Nino Germanà.
“I costi del passaggio da una sponda all’altra sono onerosi e gravano oltremodo sulle tasche dei pendolari e di chi voglia giungere in Sicilia dalla Calabria o viceversa- prosegue il deputato- inoltre, la situazione è ulteriormente aggravata dalla condizione del servizio Metromare. Assodato il doveroso
plauso all’impegno di chi non ha mollato la presa e ha sempre dimostrato massima attenzione a queste criticità -e dunque all’ottimo lavoro costante del collega, On. Vincenzo Garofalo- è vero anche che, proprio nei mesi estivi, una carenza del servizio nel week end costruisce un’ emergenza e come tale va affrontata.
Non ritengo che il trattamento riservato alla Sicilia nel tempo sia
stato equo e penso che i siciliani onesti, contribuenti come gli altri cittadini della Penisola, siano stufi di subire la mancanza di quei servizi fondamentali che la nostra stessa Carta garantisce. Ripeto, spesso che manca la tutela dei diritti costituzionali e più lo affermo più mi chiedo come certa politica possa rimanere inerme dando priorità ad altri interessi, forse anche più settoriali e circoscritti, mettendo in secondo piano quelli dei siciliani.
I cittadini hanno diritto a trasporti adeguati. È inammissibile che, da Napoli in giù, ci si debba accontentare di viaggiare su vagoni di treni vecchi e fatiscenti, navi inadeguate buone al massimo per una rottamazione, autostrade tutt’altro che sicure o funzionali.
Vorrei che Roma non restasse indifferente a queste esigenze che da
decenni abbiamo e, da decenni, vediamo ignorate. Ritengo sia il caso che questo Governo, se proprio vuol dimostrare di essere un’alternativa al passato -come pensiamo sia- dimostri di esserlo davvero, occupandosi di questa situazione che si chiama esattamente come si chiamava ai tempi dell’Unità d’Italia: questione meridionale. E da allora non è cambiato granché: è mortificante!
Invito il Ministro Lupi- conclude Germanà – a fare un passo avanti e andare oltre i proclami e le misure palliative: bisogna passare alla concretezza di azioni risolutive una volta per tutte e la Sicilia ne ha diritto, quanto -se non più- delle regioni del centro-nord. Da siciliano e da rappresentante eletto non sono disposto a fare sconti a nessuno, finanche colleghi di partito o amici, laddove non dovessero dimostrarsi opportunamente attenti alle esigenze del territorio”.

In merito alla prevista soppressione del Tar di Catania,invece, il deputato Vincenzo Garofalo presenta un emendamento per salvarlo.
“I tagli non possono essere lineari ma devono essere razionali”.

Il deputato del Nuovo Centrodestra Vincenzo Garofalo interviene a difesa del Tar di Catania presentando un emendamento che potrebbe salvare la sede staccata del tribunale amministrativo regionale.
In particolare il suo emendamento al DL 90/2014 prevede che “Non vengano soppresse le sedi distaccate dei TAR che nel corso dell’anno 2013, abbiano un numero maggiore di ricorsi depositati rispetto alla sede del tribunale amministrativo residente nel capoluogo di regione. Oltre alle sezioni staccate situate in città capoluogo sedi di Corti d’appello.
Garofalo già qualche settimana fa aveva risposto all’appello lanciato dal sindaco
On.le Enzo Bianco condividendo il suo documento per la salvaguardia della sede di Catania.
“So bene- sottolinea Garofalo- che in questo momento si devono tagliare le spese ma i tagli non possono essere lineari, come sostengo sempre per ogni settore, ma per portare benefici reali nelle tasche dello Stato devono essere razionali. Sopprimere Il Tar di Catania, che è terzo in Italia dopo Roma e Napoli per numero di cause annuali, sarebbe una decisione priva di logica e, soprattutto, avrebbe un costo sociale altissimo in termini di salvaguardia degli interessi e dei diritti dei ricorrenti”.

 

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