Sfiducia, Reset: “Accorinti come il Marchese del Grillo”

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“Un politico guarda alle prossime elezioni. Uno statista guarda alle prossime generazioni”; “Fa gola tornare adesso, nel tempo del raccolto, dopo la durissima ed instancabile semina di questi tre anni e mezzo, fatta passo dopo passo, risalendo con fatica e a mani nude quell’abisso dentro il quale la città è stata sprofondata per decenni da sporchi affari e clientelismo”; “Noi abbiamo già vinto. Abbiamo già cambiato i connotati della politica, restituendo valore alla parola politica, provando a mettere al centro l’uomo ed il cittadino nei suoi fondamentali diritti a partire dagli ultimi”.

Ecco alcune frasi della lettera del sindaco, Renato Accorinti, alla città che proprio nella giornata di ieri è intervenuto sul tema caldo di questi giorni: la sfiducia. Frasi sul quale interviene anche il rappresentante di Reset, Alessandro Tinaglia, che si lascia andare ad un paragone davvero pesante, associando il primo cittadino al celebre Marchese del Grillo interpretato da Alberto Sordi: “Accorinti si traveste da “Marchese del Grillo” e racconta a modo suo (Alberto Sordi lo avrebbe certamente scritturato) che lui è lui ed i Messinesi che non credono in lui non sono nulla” Non importano i fatti, la realtà è secondaria perché conta solo cosa lui crede di avere fatto. Lui è Lui, è l’unto, è il verbo e chiunque non sia d’accordo è feccia. Accorinti il pacifista ci ricorda nella ricorrenza della Shoah, nel “Giorno della Memoria” lui ci ricorda quanto sia pericolosa l’autoreferenzialità e l’indisponibilità al dialogo. Un approccio devastante che divide la città e innesca assurde ed inconcepibili frattura in una comunità in ginocchio grazie alle favole del Sindaco “free tibet”. Accorinti dimostra una volta ancora, ma stavolta si spoglia di ogni maschera perdendo ogni freno inibitore arrivando ad aggredire verbalmente anche il Segretario del Pd Carbone reo di aver dichiarato la sua volontà di dichiararlo”.

Tinaglia si augura quindi che la mozione di sfiducia vada a buon fine: “Il solo problema è che non hai capito davvero la cosa più semplice e banaleI Messinesi nel 2013 non votarono per te ma semmai votarono contro un sistema delegandoti affinché attuassi il cambiamento amministrando questa e città e facendo luce sulle malefatte e sui responsabili di decenni di “stupri”, errori ed orrori. Tu invece hai creduto e lo credi ancora oggi che sia tu il cambiamento, che sia tu il giusto. Quindi se Buzzanca va con i nostri soldi in viaggio di Nozze va condannato se tu vai a spese nostre al compleanno di un tuo amico sei uno Statista. Ecco caro Sindaco, noi ti auguriamo che il Consiglio Comunale abbia uno scatto di orgoglio e ti mandi a casa dopo aver letto con attenzione la tua delirante lettera nella quale definisci tutti, ma proprio tutti tranne te, delinquenti o con sinonimi. Crediamo che farebbero un regalo alla Città, a loro stessi ed al Marchese del Grillo”.

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