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Servizi sociali, Siracusano (Pd): “Occorre individuare emergenze reali”

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“Il dibattito sulle dimissioni dell’Assessore Nino Mantineo, sia nelle affermazioni del dimissionario, sia in quelle di chi sostiene l’amministrazione, sia nelle dichiarazioni dell’opposizione, sconta un errore di prospettiva”. E’ quanto sostiene Domenico Siracusano, esponente dell’Area Riformista del Pd, attraverso una nota stampa sulla situazione del delicato settore dei servizi sociali a Messina.

“Si continua a parlare ossessivamente di gestione dei servizi sociali – spiega Siracusano – di appalti, di affidamenti, di questa o quella cooperativa, di questa o quella struttura. La questione non è cambiare gestione, riaffidare gli affidamenti o stornare differentemente i fondi. Il tema non è solo chi e come “gestisce” i “servizi” sociali men che meno attuare una sorta di spoil system applicato al welfare.

Secondo l’esponente Pd “il tema vero è invece quali politiche sociali per Messina, per una comunità complessa, frammentata, con sacche profonde di disagio sociale, con tassi di disoccupazione esorbitanti. Senza stabilire quali politiche, che partano da una analisi rigorosa dello status quo, è impossibile darsi delle “priorità”, quindi una “strategia”, quindi una programmazione. I “servizi” e la loro “gestione” rappresentano l’esito di un percorso. La città è profondamente mutata in questi ultimi vent’anni ed è inimmaginabile perpetuare un approccio che rischia di essere superato dai cambiamenti del contesto socio-economico”.

Siracusano presenta dunque alcuni interrogativi: “Quali sono stati i risultati delle politiche sin qui attuate? Esistono delle eccellenze? Sono stati quantificati sprechi? Sono stati valutati indicatori di verifica concreti”?

“Occorre aggiornare – precisa la nota – una analisi profonda del contesto per comprendere quali siano le emergenze reali. E, quindi, applicare un approccio fortemente innovativo alle politiche e ai soggetti del welfare locale.Le politiche sociali hanno l’obiettivo di sostenere e dare autonomia ai soggetti cosiddetti “deboli” (minori, giovani, donne, disoccupati e inoccupati, anziani, soggetti a diverso titolo svantaggiati), ma vanno declinate con una forte adesione alle dinamiche territoriali, rifuggendo da schemi teorici.Una sfida – continua Siracusano –  che va condotta con un grande e reale percorso partecipativo. Capacità di ascolto dei bisogni, a partire dalle tante associazioni che difendono e promuovono diritti dei soggetti svantaggiati, ma anche coinvolgimento degli attori che hanno sin qui operato sul campo. Il mondo della cooperazione sociale non è tutto marcio e le lavoratrici e i lavoratori dei servizi sociali hanno costruito esperienze e professionalità. Non si può immaginare di cambiare le politiche sociali senza coloro che ne sono, a diverso titolo, coinvolti”.

“Allo stesso tempo occorre avere una “visione” da contrapporre all’analisi e attraverso cui avviare la concertazione con i soggetti e le parti sociali. Nella nostra visione, le politiche sociali devono essere attive, superando un approccio assistenziale, ma nella consapevolezza di operate in un contesto economicamente e socialmente depresso, mettendo al centro i soggetti del welfare, fortemente integrate con il mondo della scuola e della sanità di prossimità, diffuse sul territorio, interconnesse con le politiche giovanili e culturali. In altri territori l’investimento della comunità locale sul welfare non è stato un costo ma un elemento che ha contribuito allo sviluppo socio-economico del territorio.La centralità delle politiche sociali è determinante. Un passaggio decisivo per il rilancio di Messina”.

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