Reset non parteciperà alla riunione di Sabato 1 Dicembre proposta dell’associazione Art. 1 per le “primarie di iniziativa popolare”. Il motivo? Altri impegni in agenda. Ma non per questo si tira indietro e avanza invece «una proposta alternativa a quella immaginata da Art. 1». Sin da subito Reset chiarisce la sua posizione e dice: «Quando si parla di società civile che si impegna in politica si fa riferimento a tutti quei soggetti che rappresentano le istanze della comunità e non quelle dei partiti, mascherati da movimenti civici. Non crediamo che “Il Megafono – Crocetta Presidente” e il Movimento “Liberi Insieme” siano rappresentanti della società civile, ma bensì soggetti che rappresentano gli interessi e le ambizioni dei partiti. Crocetta è un rappresentante di un partito e candidato della coalizione supportata da D’Alia e Genovese e quindi immaginare che il suo movimento sia espressione della società civile ci pare a dir poco una forzatura». Le stesse riserve vanno anche al Movimento “Liberi Insieme”che, durante le ultime regionali, il Consigliere Cerreti ha dato all’onorevole Rinaldi. Da Reset non risparmiano neanche alcuni dei promotori di “Viva Messina”, come ad esempio il gruppo dirigente di “ZDA” che ha sostenuto la candidatura di Nello Musumeci, per poi riscoprirsi società civile all’indomani della sconfitta. Da Reset chiedono chiarezza di termini, di linguaggio, di intenti e dei fatti: «Come tutti i cittadini, anche noi vogliamo garanzie di serietà e correttezza da soggetti che a vario titolo chiedono la nostra fiducia. È facile fondare un movimento, più impegnativo garantirne e mantenerne l’integrità, il rigore e la “libertà di pensiero”». E proseguono: «Troviamo peraltro debole l’idea delle “primarie” proposte da Art. 1 poiché, ancora una volta, non si parla di contenuti ma di candidati». «Ci chiediamo, ancora, dove siano stati questi movimenti negli ultimi 18 mesi e perché vengano fuori come funghi a ridosso delle Amministrative, senza parlare poi del fatto che non rammentiamo un solo intervento sulla formazione, sui servizi sociali, sulle municipalizzate, sul dissesto, sull’utilizzo dei 300 milioni per le opere compensative del ponte e su tutte le vertenze che la città è costretta ad affrontare, oramai, quasi quotidianamente. Non ci appassionano i discorsi sulle candidature, ― continuano ― siamo interessati ai confronti sulle questioni e sulle soluzioni che ognuno dei movimenti potrebbe e dovrebbe individuare nell’interesse della città». Da Reset, insomma, totale aderenza con i propri principi di non «accettare tra gli iscritti persone che abbiamo una tessere di partito e/o che abbiano mai amministrato la città di Messina, né di fare accordi elettorali con i partiti». Gli unici accordi possibili per il Movimento Reset sono quelli con i cittadini, la società civile reale. Alla luce di quanto ribadito con fermezza, dicono: «Le sole “primarie di iniziativa popolare”, riconosciamo coincidono con il primo turno delle elezioni, l’unico strumento democratico e trasparente legato alla volontà popolare. Usiamo la parola trasparente non a caso, poiché facciamo esplicito riferimento a quanto denunciato da alcuni esponenti renziani del PD locale proprio oggi ed al risultato, unico ed anomalo, delle primarie del centrosinistra a Messina. Se tra i movimenti civici nati ed esistenti ci fosse qualcuno disponibile a siglare un accordo, davanti alla città, con il quale si impegna a non fare accordi con i partiti politici, sia in caso di sconfitta che di vittoria delle elezioni, reset!, ma solo con questi soggetti, è disponibile ad impegnarsi a sostenerli nel caso in cui non fosse il proprio candidato ad arrivare al ballottaggio».
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