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Raffineria Milazzo e fumo nero. Zafarana: “Le istituzioni se ne fregano”

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Continuano le discussioni scatenate dall’episodio di domenica a Milazzo.

Proprio domenica, infatti, si sono registrate emissioni continue di sostanze tossiche e cancerogene, di fumo nero e denso dalla torcia della stessa Raffineria, e rumori molesti, tali da terrorizzare gli abitanti della Valle del Mela e ancor di più chi vive a due passi e, quindi, nella zona San Filippo del Mela – Archi.

E’ scattata così un’interpellanza all’Ars, a prima firma della deputata regionale M5S Valentina Zafarana; la stessa deputata che in questi anni ha presentato decine di atti parlamentari sulla Raffineria di Milazzo e che riguardano principalmente le problematiche ambientali che stanno devastando l’intero comprensorio.

“Un territorio – afferma Zafarana – che di per sé sarebbe meraviglioso, un’area che possiede una fortissima vocazione turistica e che oggi, invece, lotta contro i danni prodotti dall’inquinamento”. Nell’interpellanza, la Cinquestelle chiede che fine abbia fatto il Piano Odori previsto dall’assessorato regionale Ambiente nell’ambito dei fondi per il Risanamento, preannunciato da Croce ormai più di sei mesi fa e mai avviato.

“L’ennesimo incidente preannunciato – continua la Cinquestelle – tant’è che solo poche settimane abbiamo presentato una mozione chiedendo di predisporre un adeguato sistema di monitoraggio e tipizzazione delle polveri sottili ed un sistema di allertamento della popolazione in caso di rilevazione delle sostanze odorigene tramite una adeguata rete”.

Nello stesso atto parlamentare la deputata impegna il governo su più fronti, chiedendo esplicitamente di negare l’autorizzazione ad ogni ipotesi di conversione della centrale termoelettrica di San Filippo del Mela in termovalorizzatore, che preveda quindi l’utilizzo del Combustibile solido secondario o qualsiasi incenerimento di rifiuti.

Impegna altresì il governo a valutare l’opportunità di utilizzare la centrale per la realizzazione di progetti alternativi che consentano di ridurre al minimo i livelli di emissioni dannose in atmosfera (ad esempio, la creazione di una centrale solare termodinamica – sul modello della tecnologia Archimede che prevede l’utilizzo di sali fusi come fluido termovettore al posto dell’olio con una quantità di emissioni pari a zero e con impatto nullo sul territorio); e, con medesima urgenza, a provvedere all’aggiornamento del Piano di risanamento ambientale dell’area a rischio di Milazzo redatto nel 2009.

“E soprattutto, – aggiunge Zafarana – a provvedere alla definizione del Piano di emergenza esterno comprensoriale, con l’immediato avvio delle previste consultazioni delle popolazioni interessate”.

“Nell’inerzia di questa fallimentare esperienza regionale, – conclude Zafarana – incapace di dare risposte ai cittadini che vivono loro malgrado in zone ad alto rischio, si continua a vivere nel pericolo, le attività produttive e agricole vengono mortificate, mentre l’attività turistica viene mortificata ripetutamente.

In tutto ciò, le istituzioni latitano e “se ne fregano”, tirando a campare fino alle prossime elezioni”.

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