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Scoglio: «Priorità al lavoro. Anche a questo è legata la qualità della vita»

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scoglio“Non c’è priorità più urgente del lavoro”: questo il messaggio che l’ex assessore Gianfranco Scoglio vuole lanciare all’Amministrazione Comunale attraverso una missiva nella quale sottolinea come la questione del lavoro sia un’urgenza che non può essere sottovalutata e messa in secondo piano rispetto i temi ambientali. Secondo Scoglio, infatti, il problema della carenza lavorativa e di opportunità a Messina è una faccenda di primaria importanza che incide sulla qualità della vita dei cittadini tanto quanto le questioni di carattere ambientale.

Ecco il testo:

«Sembra che nella nostra città ci sia una forte propensione a considerare genericamente la qualità della vita come legata a soli fattori ambientali e non a un complesso di fattori e di bisogni anche soggettivi che insieme definiscono la positività della vita. Ciò che può essere il tuo standard di qualità della vita non deve necessariamente essere il mio, altrimenti non esisterebbero le differenze e vivremmo tutti in una società apparentemente egalitaria. Accade così, da un po’ di tempo, che ogni volta che si parla di sviluppo economico, di infrastrutture, di lavoro si antepone sempre la politica ambientale quale unico fattore della qualità della vita per impedirne la realizzazione, senza considerare gli effetti negativi sugli altri fattori determinanti per il raggiungimento della felicità.

Ciò — prosegue Scoglio — è tipico di alcune componenti politiche soprattutto della sinistra che in generale utilizzano tali considerazioni, quando sono all’opposizione, richiedendo il rigido rispetto delle normative ambientali e di parametri assolutamente discrezionali in relazione alla determinazione delle modifiche che comportano influenze negative sulla vita dell’ uomo e sull’ ambiente. È accaduto per il Ponte sullo Stretto sostenendosi che le medesime somme dovevano essere utilizzate per il dissesto idrogeologico o per Giampilieri, salvo poi quando chi con autorevolezza politica lo sosteneva, una volta divenuto Ministro ha accertato che non era possibile, avallando addirittura il trasferimento di tali risorse al centro nord. È accaduto nell’ordine con la Stu Il Tirone, con la Mortelle-Tono, con la via Marina, con il recupero del parco ferroviario e con la piattaforma logistica delle merci, tutti progetti impantanati, volutamente, nelle procedure di valutazione ambientale e che oggi l’ Amministrazione tiene custoditi gelosamente nel cassetto.

Emblematico — continua la nota — è poi il caso della discarica di Pace, avversata dagli ambientalisti quando dovevano opporsi alle passate amministrazioni e oggi invece divenuta addirittura un cavallo di battaglia della presente amministrazione. La conseguenza di tali comportamenti ha però raggiunto il risultato opposto  a quello sperato. La cosiddetta qualità della vita, come complesso di fattori diretti al conseguimento della felicità, non è migliorata impedendo la realizzazione dei programmi o delle opere anzi è addirittura peggiorata. Il costo del trasporto a discarica fuori Comune lo pagano i cittadini con la Tares, il costo della mancata realizzazione dei programmi e delle infrastrutture lo pagano i giovani disoccupati ed i cinquantenni che hanno perso il lavoro. Ma oggi che tutte queste forze sono al Governo della città quando si tratta di adottare provvedimenti quali quelli della chiusura del centro cosa fanno? Anziché avviare quelle stesse procedure ambientali per la valutazione sul rischio di incidenza del provvedimento sulle abitudini della collettività, sul commercio e sulla produzione lo adottano direttamente. Oggi si compiacciono della qualità della vita raggiunta senza considerare che la desertificazione del centro è frutto della crisi economica e del loro provvedimento che ha spinto le persone a modificare le proprie abitudini non andando in centro.

All’insegna della qualità della vita quanti posti di lavoro ancora si perderanno quando i commercianti abbasseranno le loro saracinesche o si pensa che basta aprire un locale rivolgersi ai Pr a pagamento e riempire quel locale per aver raggiunto l’obiettivo lavoro. La vera priorità è il lavoro — conclude Scoglio — perché solo chi lavora è felice e può raggiungere il proprio standard di qualità della vita. Ce ne renderemo conto a breve quando la gente, come oggi accade, non pagherà più le tasse e così anche chi aveva un lavoro pubblico o di professione politico non percepirà più lo stipendio o l’indennità: allora in quel preciso attimo ci si renderà conto di cosa significa perdita della qualità della vita».

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