Rendering virtuale ponte sullo Stretto di Messina

Ponte sullo Stretto, Salvini: «Costa di più non farlo, creerebbe più di 100mila posti di lavoro»

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Matteo Salvini è il nuovo Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili e tra i primi temi del dibattito politico spunta quello del Ponte sullo Stretto di Messina. Intervistato a Porta a Porta, il leader della Lega ha discusso della realizzazione dell’opera di collegamento stabile tra Sicilia e Calabria: «Adesso costa di più non farlo che farlo – ha affermato. L’eventuale cantiere creerebbe più di 100mila posti di lavoro».

Già tema della campagna elettorale al Sud, e non solo, il Ponte sullo Stretto di Messina continua ad essere argomento di dibattito anche sulla tv nazionale dove a parlarne è stato proprio il neo-ministro alle Infrastrutture, Matteo Salvini che, in studio da Bruno Vespa, ha detto: «Il trasbordo via traghetto, oltre all’inquinamento e alla perdita di tempo, costa ai siciliani e calabresi in un anno più di tutto il costo che comporterebbe il Ponte sullo Stretto. Ho chiesto, ma quanti posti di lavoro crea questo eventuale cantiere che darebbe un’immagine dell’Italia nel mondo eccezionale? Più di 100mila, stabili».

A commentare questa affermazione, su questa sponda dello Stretto, il consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Libero Gioveni, che chiede di portare la discussione sul Ponte anche in Consiglio Comunale a Messina: «Adesso che vi sono due Governi di centrodestra a Roma e Palermo – commenta –, un Ministro delle Infrastrutture da sempre favorevole al ponte sullo Stretto, un Ministro siciliano per il sud ed ex Governatore della Regione Sicilia e un Presidente della Regione Calabria pienamente convinto della necessità di realizzare la mega infrastruttura, come fa ad autoescludersi su un tema di così grande rilevanza nazionale ed internazionale, a prescindere dalla fattibilità o meno dell’opera e dalle differenti posizioni ideologiche o di merito, il Consiglio Comunale di Messina?».

Sul proprio parere riguardo la realizzazione del Ponte sullo Stretto, Gioveni non si sbilancia apertamente, ma sottolinea l’importanza di portare il dibattito nell’Aula consiliare, espressione della democrazia cittadina: «Non spetta a me (né è tanto importante adesso) dire se sia favorevole o no al Ponte o se la grande opera possa essere considerata per le generazioni future e per lo sviluppo economico del nostro territorio una risorsa o una iattura, ma credo fermamente che, nonostante quello del Ponte sullo Stretto sia ormai considerato quasi la classica “minestra riscaldata” che ci mangiamo da decenni, ora più che mai il Civico Consesso che rappresenta l’intera città si debba necessariamente esprimere o, quanto meno, rappresentare la sede istituzionale giusta per dibattere sul tema, naturalmente anche con soggetti esterni istituzionali e non (deputati, esperti, docenti universitari, ordini professionali, associazioni, aziende di settore e dell’indotto, sindacati, presidenti delle Regioni interessate, ministri al ramo ecc.)».

«Mi auguro – conclude Gioveni – che su un tema di così grande rilevanza si studino delle prime iniziative istituzionali che possano lasciare anche traccia a futura memoria non soltanto della volontà politica sul sì o no al Ponte, ma anche sulle conseguenze (più o meno positive) di natura tecnica, economica, sociale, ambientale ed occupazionale che la tanto discussa infrastruttura possa far scaturire nel nostro territorio». Nel fare questa richiesta, infine, il capogruppo di Fratelli d’Italia, Libero Gioveni, ricorda come diversi anni fa, quando lui non era ancora consigliere, fosse stata istituita in Consiglio Comunale una “Commissione speciale Ponte”.

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