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Piano di Riequilibrio. I Dr stoppano con una mozione l’entusiasmo del sindaco

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municipio-Il piano di riequilibrio non decolla. La seduta di ieri ha registrato l’ennesimo rinvio di una questione che scotta, che porta la città verso una discesa sempre più ripida: meta finale il dissesto. C’era quasi per intero l’amministrazione Accorinti, ieri in aula. Il sindaco ha pure tentato una “respirazione bocca a bocca”, attraverso un intervento dai toni “corroboranti”. Lo slogan è stato dei migliori, va detto: -” Messina stasera riparte” – e poi è stata una flebo d’ottimismo, dai tempi oscuri delle origini ai giorni nostri.

Un anno e mezzo fa, quando cominciammo a ragionare su come affrontare l’enorme situazione debitoria del nostro Comune– ha detto Accorinti – potevamo certamente prendere la via più comoda, per noi la più facile da percorrere: dichiarare il dissesto, lasciare ad altri i problemi ed allargare le braccia, non avendo noi alcuna responsabilità, di fronte ad una situazione che si sarebbe fatta sempre più drammatica per i nostri concittadini.
Sarebbe stata una scelta comoda, ma, forse anche per dieci lunghi anni, avrebbe tolto ogni speranza a tutti noi, al futuro dei nostri ragazzi.
Questa scelta avrebbe anche decretato il fallimento della politica e la dichiarazione di impotenza e incapacità a governare, lasciando la nostra Città alla gestione meramente contabile di una troika nominata a Roma e a Palermo, che avrebbe dovuto vendere il patrimonio comunale e ridurre drasticamente i servizi.
Abbiamo invece deciso di rimboccarci le maniche– ha continuato il sindaco- di coinvolgere gli uffici del Comune in un lavoro enorme, dove è stato approfondito ogni numero, riverificati infinite volte centinaia e centinaia di fogli di carta, incontrati esperti, contabili, giuristi.
Abbiamo condiviso il percorso con tanti di Voi, Consiglieri che rappresentate questa Città; con alcuni di Voi abbiamo risolto insieme problemi, con altri abbiamo evidenziato criticità; ma soprattutto in tanti non abbiamo smesso di credere che le soluzioni si potevano trovare.
Non ci siamo mai illusi, ma abbiamo trovato conforto nelle ripetute interlocuzioni con uffici dei ministeri, con rappresentanti della politica locale e nazionale.
I problemi, che apparivano insormontabili, via via che si sono affrontati siamo riusciti a risolverli, uno ad uno.Ognuno ha svolto il proprio compito, con onestà intellettuale”.
Infine, da parte del sindaco la stoccata d’entusiasmo: “Ma questa delibera dà finalmente risposte, dopo tantissimi anni di attesa, a quasi 18mila messinesi (dei quali oltre 17800 microcreditori) che non meritano di dover ancora soffrire per colpa di una amministrazione comunale lungamente inadempiente. Così onoreremo il nostro debito verso migliaia di cittadini espropriati e mai indennizzati, ingiustamente multati e mai reintegrati, sinistrati e mai risarciti, erogatori di beni e servizi mai pagati, ecc.
Lo sviluppo civile e sociale di una Comunità, in periodi di grande difficoltà come la nostra, trova nella possibilità di ripresa economica un’àncora a cui agganciarsi. E fare affluire nella economia cittadina decine e decine di milioni di euro, attraverso il certo e rapido pagamento dei debiti accumulati, è un aiuto concreto anche in questa direzione.
Noi stasera, tutti insieme,con forza lanciamo un messaggio di fiducia: Messina stasera riparte”.

Una partenza che però non è avvenuta, almeno ieri sera. A stoppare partenze ed entusiami, infatti, è arrivato il gruppo dei Dr, che ha presentato una mozione sospensiva a causa della mancata conoscenza, da parte del Consiglio, di atti di servizio di Amam e Atm e del piano generale di dismissione degli immobili. Una delibera che – hanno sostenuto in aula i Dr Amata, Abbate, Interdonato, Carreri, Sorrenti e La Paglia – non è mai stata presentata per l’approvazione, passaggio fondamentale, questo,  visto che sono atti a sostegno del piano di riequilibrio e, dunque, andavano valutati prima.
Da qui il rinvio della seduta al prossimo venerdì, quando contratti di servizio e piano di dismissioni saranno sottoposti al vaglio del consiglio comunale. Solo una tappa del lungo iter che impone, poi, il parere dei revisori e il successivo ritorno in aula consiliare.

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