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No a Messina città metropolitana. E per Orlando la Regione va commissariata

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arsGoverno battuto all’Ars sulle citta’ metropolitane. L’Aula ha infatti approvato con 40 voti favorevoli l’emendamento dell’opposizione che prevede l’abolizione delle norme che danno vita alle citta’ metropolitane. L’emendamento e’ stato presentato dal capogruppo di FI Marco Falcone che ha chiesto il voto segreto, rivelatosi fatale per la maggioranza. “Questa norma impoverisce il resto dei Comuni”, ha spiegato il forzista. Esplosa la bagarre a Sala d’Ercole, l’Aula e’ stata sospesa per dieci minuti. Il testo del governo prevedeva la costituzione di tre citta’ metropolitane: Palermo, Messina e Catania.
Ma con la bocciatura della riforma sbanda paurosamente anche il governo Crocetta. Battuto l’esecutivo siciliano all’Ars nel corso del voto la parte forse più qualificante del testo: quella che escludeva Palermo, Catania e Messina dal processo di formazione dei liberi consorzi dei Comuni, ai fini della loro configurazione di citta’ metropolitane. Sull’emendamento soppressivo dell’opposizione, su cui era stato chiesto il voto segreto, si sono compattati Movimento cinque stelle e franchi tiratori. E’ un fatto che la coalizione si sia liquefatta e che poco prima solo per sei voti abbia retto su un altra norma. La deblace, insomma, era nell’aria. E l’emendamento fatale e’ passato con il voto favorevole di 40 dei 71 deputati presenti. La tensione ora e’ altissima. Esplosa la bagarre a Sala d’Ercole, l’Aula e’ stata sospesa, il governo e’ andato via e la seduta e’ stata rinviata a domani. Un epilogo probabilmente frutto anche della decisione di prolungare il commissariamento delle province sino a giugno, presa dalla giunta a insaputa degli alleati.
Il governo tragga le sue valutazioni dal voto in Aula”, avvertono i deputati grillini, che assicurano: “Non lavoriamo per affossare la legge, ma tre citta’ metropolitane sono troppe”. “All’interno della maggioranza almeno il 30% dei deputati sarebbe disposto a votare con noi dell’opposizione”, si dice certo il leader della minoranza Nello Musumeci che da settimane tesse la sua tela contro il disegno della giunta. Per il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, che ricorda pure la pesante impugnativa della legge di stabilita’ regionale da parte del commissario dello Stato, “questa e’ una Regione che va commissariata al piu’ presto per il bene dei siciliani”. Il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone invita alla calma e alla responsabilita’: “Oggi e’ stato fatto un danno ai piccoli comuni, un pasticcio che condiziona la tenuta di tutto il quadro legislativo. Sul piano procedurale Messina, Palermo e Catania faranno parte dei liberi consorzi e condizioneranno l’area vasta, con la media ponderata piu’ alte e condizioneranno tutte le altre citta’”. Ma, sottolinea, non tutto e’ perduto: “Le citta’ metropolitane vengono comunque istituite all’articolo 7, non sono state bocciate. Su una materia cosi’ delicata non intendo transigere, occorre maggiore riflessione, oggi e’ stato fatto un pasticcio al quale dovra’ essere posto rimedio”. Ma gli oppositori della riforma non intendono concedere una tregua.

 

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