Mili Marina. Un chiosco non a norma e un depuratore inefficiente. Denuncia del Consigliere Restuccia

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«Spesso le tragedie e i gravi problemi possono essere evitati se si interviene tempestivamente, ma in questo caso denunce e petizioni popolari sono finite nel dimenticatoio». Queste le parole del Consigliere Comunale, Antonio Restuccia, in merito ai rischi ambientali e igienico-sanitari che si presentano a Mili e Galati Marina. «La via Monaci — chiarisce Restuccia — è una piccola arteria che collega la via Vecchia Nazionale e la S.S. 114 e costituisce l’unica strada di accesso per i residenti che vogliono raggiungere la fermata Atm, periodicamente la strada si trasforma in un vero e proprio fiume di acque nere puzzolenti, residui del vicino depuratore di Mili». «Il 10 Aprile del 2006, — prosegue il consigliere — l’A.m.a.m. a seguito di una denuncia di un cittadino residente nel luogo, chiariva che la fuoriuscita di liquami periodica si verifica nella zona indicata solo in occasione di piogge a carattere temporalesco, ed è imputabile alla insufficiente capacità ricettiva della tubazione fognaria comunale, posta lungo la banchina della S.s.114». «Considerati i sei anni trascorsi senza alcun intervento,  — sottolinea il Consigliere — ho convocato il Dirigente dell’Ufficio Opere di Urbanizzazione, al fine di sapere quali interventi erano previsti, apprendendo, con rammarico,  che non sono stati stanziate le somme necessarie per l’esecuzione dei lavori, che ammonterebbero, secondo una perizia redatta dagli uffici Tecnici del Comune a circa € 86.000. Premesso  che la situazione è di grave pericolo igienico sanitario, chiedo al Commissario Croce se le opere da eseguire sono di competenza dell’Amministrazione Comunale, e in caso affermativo, lo invito a voler disporre con urgenza, trattandosi di un caso di emergenza ambientale e igienica, tutti gli atti propedeutici per l’esecuzione dei lavori in oggetto». Altro problema è rappresentato da un chiosco «un manufatto, di scarso pregio architettonico, che rappresenta un pericolo per i passanti perché non risulta conforme alle vigenti normative che impongono la distanza dal ciglio del marciapiede di m 2.00». A questo proposito Restuccia chiede al Sindaco, all’Assessore alla Viabilità e all’Assessore al Patrimonio, di provvedere alla rimozione del manufatto.

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