Primo piano sindaco Renato Accorinti

Messina scontenta, 3mila cittadini chiedono un referendum per mandare via Accorinti

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Dopo aver raccolto 3mila firme, in una petizione avviata lo scorso 20 ottobre, il Comitato “Una giornata per la Sfiducia” ha deciso di passare ai fatti, rivolgendosi direttamente al prefetto Ferrandino affinché convochi un’ispezione ministeriale.  Il Comitato ha inoltre scritto al Consiglio comunale chiedendo di sfiduciare il sindaco Renato Accorinti o in alternativa approvare la richiesta di referendum consultivo revocativo dell’intera Giunta.

“Il comportamento autoreferenziale ed egocentrico dei nostri amministratori – afferma il presidente, Franco Tiano, nella lettera inviata a palazzo del Governo – vincola i cittadini ad un assoggettamento assistenziale che non trova pari condizioni in nessun’altra città d’Italia. I nostri figli, ma anche noi stessi, siamo costretti a guardare ad un futuro legato a territori diversi, dove ogni possibilità si misura con la capacità, l’onestà ed il merito. Escludendo ogni possibile sopravvento e schiavitù nei confronti del servilismo politico o di potere. La mancanza di servizi ordinari e di base, come l’acqua, la luce, le scuole, l’assistenza sociale e la raccolta dei rifiuti, sono soltanto la punta del degrado, che nasce dalla scellerata gestione del bene pubblico e soprattutto dalle incomprensibili spese orientate a favorire logiche di sistema e non per la realizzazione di strutture ed infrastrutture finalizzate al l’erogazione ed alla qualità dei servizi. La mancanza di una rete idrica in città, la fatiscente illuminazione, lo spreco di economie e l’abuso di personale politicizzato nelle partecipate, sono serviti soltanto ad esasperare le casse comuni e ridurre le municipalizzate a colabrodi e stipendifici”.

I cittadini, afferma Tiano, “necessitano di risposte concrete ed operative per riportare la serenità e la speranza nelle proprie famiglie”. Da qui, l’invito al prefetto a “prendere atto della situazione e difendere gli interessi collettivi di una città ormai indebitata all’inverosimile e sfrattata, per l’impossibilità di fare fronte economicamente alle propri necessità quotidiane, per mancanza di lavoro. Si manifesti con chiarezza le criticità, si richieda lo stato di calamità ambientale e strutturale di una comunità che rischia in salute ed in sicurezza”.

La situazione è al collasso ed è degna di una realtà medievale che resiste a dispetto del progresso sociale e civile che è palpabile in altre città nemmeno troppo lontane. Almeno sotto il profilo geografico: “I cittadini – si legge nella lettera – non possono vivere in un territorio invaso da percolato, topi, blatte e zanzare, senza assistenza sanitaria e sociale, senza lunghi periodi di acqua, luce e senza produttività e lavoro. Siamo convinti che perseguendo la logica delle criticità da risolvere, di una politica referenziale e senza un piano della città, saremo costretti a continuare a soccombere nel mare delle inefficienze e del degrado. Intervenga lo Stato a determinare la fine degli sprechi e l’inizio di una nuova, pulita, trasparente, efficace ed incisiva, politica di cambiamento. Noi cittadini sfiduciamo il sistema, quindi, non le individualità di sistema. Una presa di coscienza collettiva e consapevole dei singoli gradi di responsabilità”.

Il comitato invoca l’intervento degli organi superiori dello Stato, al fine di creare le condizioni necessarie perché “la politica e le istituzioni locali invertano la loro azione, adoperandosi per la realizzazione delle strutture e le infrastrutture di base (acquedotto, illuminazione e siti per la raccolta e lo smaltimento) e realizzino una città a misura d’uomo e non contro lo stesso”. Al prefetto, anche la richiesta di “ispezioni per constatare la precarietà delle risorse, sia economiche che strutturali, e l’impossibilità di erogare servizi ordinari e che quelli straordinari produrranno ulteriori costi, che sommandosi a quelli precedenti diventeranno la causa dell’estinzione della comunità locale”.

Quanto all’assemblea cittadina, la richiesta inoltrata alla presidente, Emilia Barrile, è di discutere la sfiducia sulla scorta delle migliaia di firme raccolte: “Qualora, l’istanza dei cittadini, non si ritenesse sufficiente ai fini di una discussione in aula, si chiede d’indire il referendum consultivo revocativo per il sindaco e la Giunta, dando ai cittadini la possibilità di esprimersi al riguardo”. Questo, “previo inserimento nello statuto comunale, come regala possibile ed ammissibile”.

“E’ un atto democratico e legale – prosegue Tiano – che tende a legittimare la partecipazione diretta dei cittadini alle sorti della città ed al bene comune. La proposta soggetta a referendum, se raggiunge la maggioranza dei voti validamente espressi, obbliga il Consiglio comunale alla discussione e alla votazione di una mozione di sfiducia, con la massima urgenza. E’ logico che la votazione è libera ed i consiglieri potranno scegliere il voto, ma è anche vero che le istanze legittime dei cittadini hanno un valore sostanziale e politico, che non possono essere sottovalutati dal punto di vista delle aspettative collettive”.

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  1. Già questo grido di allarme dovrebbe portare tutti i messinesi a firmare una petizione a mandare a fan c… questo commediante che al posto di quei valori che blaterava prima delle elezioni, si è dimostrato un approfittatore del posto che purtroppo gli è stato assegnato da un elettorato stanco della solita politica. Purtroppo siamo stati fatti fessi da Accorinti e dai suoi scagnozzi che oggi occupano posti di assessori e dirigenti alla faccia nostra che li paghiamo pur essendo privi di competenze tanto da dover avere bisogno di badanti pagati profumatamente con i soldi dei cittadini. Informate i cittadini dove e quando dobbiamo firmare questa petizione per mandare a quel paese( e non ritornarci) Accorinti e compagni di merenda.

  2. ricordati che ai consumato tutta messina ai fatto chiudere centinaia di negozi e ancora nn tene vai
    spero il presto possibile ambientalista del cxxxx

  3. Ma chi dovrebbe prendere il suo posto? Chi sarebbe il nostro salvatore? Magari un esemplare tra i precedenti o qualche loro scagnozzo e zerbino? Facile puntare il dito ma inutile. Vogliamo i nomi di questi luminari!!!

    1. Non occorrono luminari ma gente onesta che sa fare il proprio lavoro. Comunque vada saranno meglio di questi incompetenti che fanno affari per loro stessi e per i loro amici e parenti.

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