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L’Udc “convoca” tutti nella Città Metropolitana. Il ministro D’Alia pungola la giunta Accorinti: “Ci aspettiamo fatti concreti”

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Udc convegno Metropolitana daliaIl ministro D’Alia pungola l’amministrazione Accorinti. L’Udc punta molto alla Città Metropolitana e chiede a tutte le forze sociali, economiche e politiche di sostenere il progetto di riforma all’Ars a cominciare dal Consiglio comunale al quale è stato chiesto di organizzare nelle prossime settimane una seduta aperta per dibattere sul tema della Città metropolitana: “Una possibilità irrinunciabile per il futuro di Messina e dell’intera area dello Stretto”: è quanto detto dal ministro per la Pubblica amministrazione e Semplificazione nell’intervento conclusivo dell’incontro che si è svolto nella Sala Visconti e che ha visto partecipare, tra gli altri, il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone e l’assessore regionale alle Autonomie, Patrizia Valenti. I lavori sono stati aperti dal capogruppo dell’Udc a Palazzo Zanca, Mario Rizzo. “Dobbiamo aprire un dibattito – ha spiegato il ministro – che coinvolga la politica, fuori da ogni colore di partito, i cittadini, le forze sociali, sindacali, le forze imprenditoriali, gli ordini professionali, così da redigere una proposta da affidare ai nostri deputati regionali, per scrivere insieme la legge che vogliamo per i nostri territori”. 
“Non abbiamo bisogno di province rachitiche o di liberi consorzi – ha aggiunto – ma dobbiamo lavorare per il rilancio e la crescita delle municipalità. La nascita dei consorzi dei Comuni, inoltre, non cancellerà l’identità dei piccoli comuni, ma, questi ultimi aggregandosi, avranno più possibilità di agire sui territori, guadagnare autonomia economica e amministrativa con la possibilità di crescere, valorizzando le proprie specificità”. Oggi il primo incontro che ha visto gli interventi, tra gli altri, dei docenti universitari José Gambino e Michele Limosani (quest’ultimo ha sottolineato l’importanza della conurbazione culturale, trasportistica, commerciale e logistica con Reggio Calabria), dei rappresentanti di imprese, Ordini professionali e sindacati.

D’Alia, inoltre, ipotizza tre grandi città metropolitane così pensate: “Palermo, Capitale della Sicilia, deve avere più poteri e autonomia; Catania città metropolitana dei distretti produttivi; Messina città metropolitana dell’area dello Stretto, insieme a Reggio Calabria, con molti servizi organizzati e gestiti direttamente dalle due città. Il ministro ha punzecchiato la giunta Accorinti: “Come tutte le amministrazioni anche questa ha avuto bisogno di un periodo di rodaggio, ma ora ci aspettiamo fatti concreti. Anche noi abbiamo dato grande collaborazione nel decreto legge del fare poiché per iniziativa
del governo centrale è stata introdotta una norma che consente al Comune di Messina di non andare in default. Ora ci auguriamo che l’amministrazione sia nella condizioni di fare quelle cose che servono per rilanciare l’azione in questa città”. «Messina – ha aggiunto – è una città che ha tante
potenzialità e risorse, ha bisogno di aprire una grande discussione pubblica, che oggi non vediamo e per questo la stiamo stimolando. Su questo l’amministrazione della città
dovrebbe essere più sveglia e attenta”.

“Negli altri paesi d’Europa le città metropolitane producono ricchezza in termini di Pil. Si
devono informare i cittadini che questa è un’opportunità per il territorio e si deve agire rapidamente perché dall’1 gennaio 2014 partirà un programma di finanziamento con risorse comunitarie e nazionali indirizzato alle città metropolitane” – ha spiegato l’assessore Valenti – la diminuzione costante di risorse per gli enti pubblici e il proliferare di enti e strutture che spesso hanno duplicato competenze e moltiplicato i costi, ci impongono di fare una riflessione su un nuovo modello di governance del territorio. Qui si innesta il ragionamento sulla città metropolitana, perchè abbiamo la necessità di
razionalizzare competenze che finora hanno creato disorientamento e disorganizzazione».
«Palermo, Messina e Catania sono favorite in quanto città metropolitane, modello che può assorbire competenze delle province e alcune funzioni della Regione nella gestione di
settori nei quali l’organo regionale non avrebbe mai dovuto inserirsi”.

Il presidente dell’Ars Ardizzone: “A mio avviso la Città metropolitana è una grande opportunità per Messina. Siamo in una fase di riordino complessivo del sistema amministrativo con
l’abolizione delle Province e appunto la riconsiderazione delle città metropolitane, ne sono state istituite 10 in Italia – ha continuato Ardizzone – e tra queste la nostra dirimpettaia Reggio Calabria. Sfruttiamo questa opportunità, apriamo il dibattito con forze imprenditoriali e sindacali. I comuni limitrofi devono
comprendere che non si tratta di un assorbimento all’interno di quello di Messina, ma di un potenziamento grazie a nuove opportunità”.

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