Impreparazione e paura del futuro, così i partiti hanno sgonfiato la sfiducia e graziato Accorinti

Pubblicato il alle

5' min di lettura

Proprio nella nottata più lunga e difficile, quella del dentro o fuori, Renato Accorinti trova nella politica dei partiti l’alleata meno attesa per restare in sella alla poltrona di primo cittadino. Le dieci ore di dibattito in consiglio comunale non sono servite a stravolgere i pronostici della vigilia, i numeri per la sfiducia non c’erano prima e non ci sono stati neanche al momento clou, così la mozione che doveva porre fine all’avventura di Renato Accorinti si è sciolta come neve al sole.

La verità è che forse questa sfiducia realmente la volevano in pochi, i giorni trascorrevano senza che la soglia dei ventisette voti favorevoli alla delibera venisse raggiunta, segno evidente che la volontà dei consiglieri era quella di mantenere l’attuale status quo. Ha prevalso la voglia di non fare di Accorinti un martire, in queste settimane  la città ha avuto la percezione che questa sfiducia potesse sembrare un salto nel vuoto, così ad uscirne rafforzata è proprio l’amministrazione comunale,  mentre al consiglio resta il dover fare i conti con lo scontento dei cittadini che hanno visto andare in scena il teatro dell’assurdo.

Proprio quei partiti, o quelle aree, uscite sonoramente sconfitte dalle elezioni del 2013, ieri sera hanno abdicato,  riponendo in un cassetto il desiderio di riprendere in mano la città, almeno nel breve periodo. Da tre anni e mezzo, i partiti cittadini vivono una crisi profonda da cui ancora non sono usciti e ieri è arrivata l’ennesima prova. “Chi dopo-Accorinti?” Ecco il grande interrogativo a cui nessuno dei 38 consiglieri presenti ieri in aula ha saputo rispondere, lo stesso interrogativo che la politica, vale a dire quella chiamata a fornire alternative e progetti futuri, si pone da due anni senza che si arrivi ad una soluzione.

In questi giorni, evidentemente,  la politica si è guardata allo specchio, ha capito di non avere la forza per poter offrire alla città un percorso alternativo rispetto a quello attuale, preferendo non correre il rischio di iniziare una guerra senza essere in grado di portarla a buon fine. Com’era prevedibile a fare la differenza è stato il partito degli indecisi, anzi degli astenuti, guidato dalla presidente del consiglio comunale Emilia Barrile. Proprio lei che dopo aver apposto la firma sulla mozione, ha optato per l’astensione trascinandosi anche due “fedelissimi” come Vaccarino e Pagano che insieme a Carmelina David, rappresentano quei 4 voti mancanti risultati poi decisivi per la bocciatura della delibera.

Un messaggio forte e chiaro mandato all’amministrazione, che adesso dovrà cercare di coinvolgere maggiormente il consiglio comunale. Gli unici a restare fedeli alla linea sono stati Santalco, Cantali e la Scuderi (anche se il primo aveva inizialmente teso una mano ad Accorinti) per un fronte “genovesiano” che non si è presentato compatto e che dall’altra parte ha dimostrato di essere un organo indipendente dal resto di Forza Italia. Se ci saranno delle turbolenze all’interno del partito azzurro lo scopriremo solo in futuro, anche se pure dalle parti del Partito Democratico non si respira certo una bella aria.

Antonella Russo ieri sera ha scoperto di essere il capogruppo di se stessa, perché dopo giorni e giorni di confronti interni nessuno degli altri tre consiglieri (Cardile, Iannello e Gennaro) ha dato il proprio parere positivo ad una mozione che aveva visto tra i 17 firmatari proprio la Russo. Pur giudicando negativamente l’esperienza politica dell’attuale amministrazione, i consiglieri del Pd hanno scelto la linea della continuità, non anticipando la fine di un mandato che gli stessi elettori hanno assegnato ad Accorinti fino alla primavera del 2018.

Un atteggiamento benevolo che stride con quello visto negli ultimi mesi, quando il Pd ha spesso e volentieri votato contrariamente importanti atti finanziari, cartina di tornasole dell’operato di una Giunta. Uno scenario in cui, se vuole tornare ad essere protagonista, la politica deve recitare un ruolo diverso, molto più radicato sul territorio, e in grado di poter programmare un futuro alternativo.

Il primo passo deve essere quello di recuperare credibilità agli occhi di quei cittadini, che questa mattina si sono svegliati con la sgradevole sensazione di aver assistito solo ad un grande bluff.

Antonio Macauda

(281)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  1. Mi vien ….da riflettere a quest’ assurdo perché cosi é stato su mozione o non, a me interessa poco poiché vedo….da anni l’ evolversi in negativo di questa città, a mio avviso nessun in questi anni ha amato la suddetta…sindaci e suoi amministratori. Oggi ribadisco oggi basterebbe poco fra masterplan e città metropolitana per cui forti convenzioni a renderla vivibile per viabilità strade pessime e opportunità di forze lavoro e sviluppo pari al nulla !!! La mozione …di ieri na stronzata voluta da forze ….non coese per cui di che parliamo.Accorinti svegliati e sistema dignitosamente il territorio !!!

error: Contenuto protetto.