Il Pd resta in silenzio dopo l’inchiesta di Patti. In molti si chiedono: “Ci saranno provvedimenti politici?”

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pd logoQuali provvedimenti assumerà il Pd messinese dopo il “terremoto” giudiziario a Patti con ramificazioni nella Formazione Professionale e non solo – secondo l’accusa – nell’aumento demografico fittizio dei votanti? La domanda, 24 ore dopo la conferenza stampa di polizia di Stato e Procura pattese, gira tra le bocche di molti. Soprattutto tra quelle che dicono e leggono di politica e che guardano alle amministrative di Messina e al futuro molto incerto dei parlamentari messinesi. Il Pd, al momento, non è entrato nella questione politica dell’inchiesta che vede indagati non solo Cisco Gullo, già vicesindaco di Patti fino a due anni fa, ma anche la figlia, la neodeputata piddina Maria Tindara Gullo e il cugino Luigi, consigliere provinciale e candidato sindaco di Patti nel 2011, sconfitto nonostante quanto descritto dalla procura del Centro tirrenico, dall’attuale sindaco Mauro Aquino. Si dimetteranno dai loro rispettivi incarichi i cugini Gullo? Nessuna risposta ufficiale dal Pd messinese. Senza più segretario provinciale (Nino Bartolotta si è dimesso dopo essere stato nominato assessore regionale nel governo Crocetta) abbiamo chiesto al segretario cittadino Giuseppe Grioli un commento: “Guardi mi sto occupando delle prossime comunali, io sono segretario cittadino – dichiara Grioli – penso che qualcosa succederà e che forse riceverete una nota dalla segreteria provinciale del partito o dal nostro gruppo politico a Patti. La questione è molto delicata per via degli aspetti giudiziari, ma ritengo che qualcosa sarà annunciato”. Questo il commento di Grioli, che oggi pomeriggio prenderà parte con gli alleati di centrosinistra al primo incontro ufficiale sulle comunali nel capoluogo. E proprio a Messina, ma non solo, dopo le primarie alle Politiche per la scelta dei posti in lista, vennero “sussurrati” a denti stretti i malumori contro la Gullo, che si era classifica seconda alla Camera dietro Francantonio Genovese. Le accuse “velate” sarebbero state indirizzate al presunto sostegno di Genovese alla Gullo sugli altri candidati. Grattacapi a Messina (dove altri candidati erano come messi in un angolo) e grattacapi anche a Brolo dove si presumeva un addio dal partito del deputato regionale Pippo Laccoto. Malelingue davano quest’ultimo molto “arrabbiato” per la scelta di puntare sulla figlia dell’ex vicesindaco di Patti e non su altri esponenti della provincia. Dopo la direzione nazionale del Pd, Maria Tindara Gullo fu messa al settimo posto e grazie al successo piddino alla Camera, con premio di maggioranza, venne eletta. Per l’inchiesta pattese (secondo l’accusa anche la Gullo pare abbia cambiato residenza per sostenere il cugino) il cammino politico in parlamento dell’onorevole comincia proprio male. Dimissioni insieme a quelle del cugino Luigi o attesa che l’inchiesta faccia il suo corso?. Per adesso tutti in silenzio.

@Acaffo

 

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