Francantonio Genovese

Genovese pronto a lasciare il Pd. Il “grosso” dei fedelissimi lo dovrebbe seguire

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Francantonio GenoveseVenerdì si dice che sia previsto un incontro tra lui e i fedelissimi. Una riunione per fare ulteriore chiarezza. Ma la strada lontano dal partito democratico per il deputato nazionale e laeder messinese del Pd, Francantonio Genovese, è tracciata. L’ex sindaco andrà via dai democratici dopo averli fondati a Messina e aver contribuito alla fusione di Margherita e Democratici di Sinistra. Genovese, indagato insieme al cognato e deputato regionale Franco Rinaldi, per l’assegnazione dei fondi agli enti di Formazione professionale, starebbe per accasarsi nella nuova formazione politica, si parla di questo partito popolare figlio di quello europeo, insieme ai transfughi del Pdl in rotta con Berlusconi e capeggiati dal vicepremier Angelino Alfano (dentro ci sono anche i messinesi Vincenzo Garofalo e Nino Germanà), all’Udc e ai Montiani di Scelta Civica. Nulla di ufficiale a oggi ma da giorni se non da settimane, se non da mesi, i sussurri dicono che Genovese sarebbe pronto ad abbandonare il Pd. Assessore provinciale nella prima giunta Buzzanca, una volta deputato regionale, una volta sindaco e due volte parlamentare nazionale Genovese, a dispetto della giovane età, è stato anche segretario regionale del partito democratico. Sabato scorso, pur facendosi vedere all’esterno dell’auditorium Fasola, non ha preso parte alla direzione provinciale del Pd come a non farsi vedere ai lavori sono stati tantissimi dei suoi fedelissimi. In vista di prossime elezioni nazionali e con un Pd che non lo vorrebbe più tra i banchi del parlamento Genovese starebbe mturando il progetto di dire addio al partito che l’8 dicembre porterà all’elezione del nuovo segretario nazionale. Nelle scorse settimane il capogruppo David, in un’intervista, aveva smentito le voci di addio di Genovese ma erano solo parole di “copertura” in attesa dei nuovi eventi che stanno per arrivare. Tante, adesso, le domande sul destino dei suoi. A cominciare dal candidato sindaco Felice Calabrò che attende due ricorsi elettorali contro l’elezione di Renato Accorinti e che alla conferenza stampa di due settimane fa aveva confermato di non aver alcuna intenzione di far ritirare le opposizioni al Tar di Catania. Ieri in una lettera aperta il capogruppo David aveva scritto che Calabrò non può autonomamente scegliere di evitare al tribunale amministrativo l’analisi dei ricorsi presentati il primo da tre candidati del Pd al Consiglio e il secondo da tre cittadini. Altra domanda è il futuro dei suoi fedelissimi: a cominciare dai sei consiglieri comunali eletti a giugno: dalla più votata Emilia Barrile che ricopre la carica di presidente del Consiglio, a Nicola Cucinotta, David, Benedetto Vaccarino, Donatella Sindoni e Pietro Iannello. E poi ci sono tutti gli altri consiglieri eletti nelle liste collegate che aspettano indicazioni. Il solo Daniele Zuccarello, capogruppo dei Progressisti democratici, ha preso ufficialmente la strada dei Renziani. E poi ci sono i tantissimi consiglieri di Quartiere vicini a Genovese. Quello che appare certo è che il “grosso” degli eletti seguirà il capo ma che non tutti hanno la voglia, anche per non tradire il mandato elettorale appena cominciato e che si concluderà nel 2018, di unirsi a parte dei pidiellini, a Udc e a Scelta Civica per creare il nuovo Centro con il partito popolare. I tempi del nuovo gruppo politico, inevitabilmente, saranno condizionati dal mantenimento in carica del governo Letta. Il Pd, a Messina, intanto, sta per assumere una nuova fisionomia nella sua classe dirigente. Venerdì dovrebbe tenersi l’incontro ristretto per fare il quadro più completo della situazione. @Acaffo

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