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Garofalo rispolvera il Ponte:”Governo decida”. E sulle Province: “Abolirei le Regioni”

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ponte stretto“Piuttosto che le Province, abolirei le Regioni”. Enzo Garofalo non si affida certo alle metafore per esprimere la propria posizione su un argomento molto caldo in queste ore, in Sicilia, intimamente collegato al tema dello sviluppo e, quindi, ai trasporti, per i quali ha recentemente presentato una risoluzione alla Camera con lo scopo di svelare le intenzioni del Governo nazionale sul famigerato Ponte sullo Stretto: “Dicano con chiarezza cosa vogliono fare e che progetto alternativo si vuole, eventualmente, portare avanti”.
“Nella programmazione nazionale – racconta il deputato del Ncd in merito alla risoluzione presentata in commissione Trasporti a Montecitorio – si è sempre detto che i problemi trasportistici sarebbero stati risolti attraverso la costruzione di un manufatto stabile, il ponte. Il discorso è stato poi sospeso, addirittura la prospettiva è che non se ne parli più, almeno a breve scadenza. A mio giudizio, non si possono lasciare le cose come stanno. Il sistema trasportistico è vetusto e inefficiente e comporta disagi e limiti allo sviluppo della Sicilia, soprattutto, ma anche della sponda calabrese che ha sempre avuto molteplici scambi con Messina. Invito, quindi, il Governo a dirci in che direzione vuole andare affinché si inizi a proporre un’alternativa”.
Nel documento dell’ex presidente dell’Autorità portuale di Messina si sottolinea pure la beffa operata ai danni dei cittadini con il congelamento sine die del progetto del Ponte: “Normalmente con un miliardo di euro si lascia fisicamente qualcosa sul territorio. Qui, 300 milioni di euro se ne sono già andati per varie spese e la previsione è che si arrivi al miliardo tra penali e ulteriori esborsi, rimanendo addirittura con lo sfregio di non avere fatto niente per tanti anni”.
“Sostengo da sempre – prosegue – che questi territori, il meridione in genere ma soprattutto il nostro, negli anni non hanno avuto quel che gli spettava in confronto al resto del Paese e, in termini di restituzione, riguardo alle tasse pagate. Noi vogliamo recuperare questo ritardo. È questa la mia sollecitazione rivolta all’esecutivo nazionale: pensare a investimenti tali da recuperare il gap”.
La risoluzione di Garofalo è attualmente in discussione e prevede l’audizione dei sindaci dell’area metropolitana di Messina e Reggio Calabria e dei rappresentanti di altri enti locali. “Ho sempre sostenuto – precisa – al di là di questa risoluzione, che il ministero dei Trasporti debba farsi carico di un’attività programmatica insieme alla Regione Sicilia, invece di ragionare in maniera non sempre coordinata. È necessario un accordo Stato-Regione per realizzare nuove infrastrutture. Intanto, però, vorrei sentire dire una parola chiara sul Ponte perché il dibattito è ancora aperto. Se si è deciso che non è all’ordine del giorno, mi interessa capire se c’è un’idea alternativa. Se non c’è, dobbiamo metterla in piedi in tempi brevi. Andrebbe fatto un ragionamento di sistema affinché ognuno si riconosca nel progetto. È questo il modo di affrontare i temi sul territorio. Altrimenti gli investimenti non saranno coordinati. E siccome di soldi ce ne saranno sempre meno, dobbiamo cercare di attirare i finanziamenti con un programma realizzabile.”
“Sullo sfondo del dibattito- ricorda il deputato del Nuovo centrodestra – c’è sempre la solita battaglia sud-nord che giudico stantia. Abbiamo sempre dato la colpa agli altri ma noi, ai vari Governi, abbiamo sempre lanciato segnali di incertezza: chi non vuole il Ponte protesta, chi lo vuole tace. Sull’argomento – aggiunge – tecnicamente, sono disposto a ragionare. Qui, e ho trovato concorde anche l’ex ministro Pietro Lunardi, non si parla del collegamento tra due province o due regioni. Tutto questo va guardato invece in uno scenario internazionale che vede i porti integrati al Ponte, l’alta velocità. Che si torni, pertanto, a discuterne, dopo di che le decisioni vanno prese. La mia paura è che tutto vada come è andato fino a oggi. E ai cittadini non è rimasto niente. Confido in questa risoluzione e nell’emendamento alla legge di stabilità per un piano di investimenti strategico per quest’area che possa consentire anche a noi di guardare al futuro con una prospettiva più chiara per tutti”.
Non si può parlare di trasporti sul territorio senza chiamare in causa l’area metropolitana messinese. In proposito, Garofalo e Nino Germanà, deputato regionale del Ncd, hanno intenzione di sviluppare un’idea: “L’area metropolitana deve essere vista in maniera diversa rispetto alla riforma in discussione alla Regione. Si parla di Liberi consorzi e c’è molta preoccupazione da parte dei piccoli Comuni che temono di essere fagocitati da enti che finora non hanno dimostrato di saper tenere i conti in ordine, di avere servizi che funzionano, quindi di entrare in un’area metropolitana che invece che portare benefici li danneggerà. La nostra proposta è che si eviti di guardare alle gerarchie politiche . Che si esalti la parte migliore di ognuno. Non è detto che non ci siano piccoli Comuni che abbiano trovato soluzioni intelligenti sull’e-government, sulla raccolta rifiuti, sui traporti. L’importante è mettersi insieme, anche perché si va sempre più verso il federalismo fiscale. Mettendosi insieme, si possono realizzare economie di scala e forme migliorative dei servizi. Si possono fare investimenti coordinati, rendendo il territorio efficiente. Abbandoniamo l’egoismo istituzionale che non porta a nulla. Queste cose, in nord Italia, le hanno capite molto prima anche perché, lì, il cittadino è molto più esigente. Qui siamo molto più tolleranti”.
Proprio in un’ottica di area vasta, Garofalo azzarda una soluzione in controtendenza con la “dottrina” politica prevalente: “Non ritengo giusta, sia a livello locale che nazionale, la rimozione delle Province. So che è impopolare dirlo ma avrei apprezzato, anche dalla mia forza politica, che si fosse messo in discussione il mantenimento delle Regioni perché ho seri dubbi che diano al cittadino un apporto positivo. Immagino un sistema basato su uno Stato efficiente, controllore, attento, che sappia assicurare parità di condizioni tra i territori. Poi i Comuni. Ma tra Stato e Comuni vedo un ruolo importante non per le Regioni bensì per un’unione di esigenze che si concretizzi nelle Province. Quanto meno ridurrei le competenze delle Regioni. Basti vedere l’aumento del deficit dello Stato dopo la modifica del Titolo V della Costituzione”.

Fabio Bonasera

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