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Elezioni politiche a Messina, Antonella Russo: «Fondi Pnrr rimangano al Sud» – VIDEO

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Da consigliera comunale a parlamentare nazionale? È il salto che sta tentando di fare Antonella Russo, candidata del Partito Democratico al Senato nel collegio uninominale della provincia di Messina ed Enna per le elezioni politiche del 25 settembre 2022. Era stata la seconda più votata tra gli eletti delle liste del centrosinistra alle ultime amministrative, dopo Felice Calabrò. E proprio dal risultato delle comunali del 12 giugno scorso è dovuto ripartire il Pd messinese, arrivato terzo con il candidato sindaco Franco De Domenico dietro a Maurizio Croce e al vincitore Federico Basile.

Elezioni a Messina, la candidata del Pd Antonella Russo dalle ultime amministrative alle politiche

Cos’hanno imparato i dem messinesi in questi tre mesi? «Abbiamo imparato – spiega Russo – che il verdetto delle elezioni si rispetta e che è necessario riappropriarsi del contatto con il territorio, delle periferie, con la gente, con i lavoratori, con le famiglie. E questo abbiamo già cominciato a farlo grazie a queste elezioni politiche, perché tutti insieme abbiamo incontrato i territori e capito quali sono le esigenze delle persone. È un’occasione importante, anche perché le politiche sono legate alle amministrative e ci saranno conseguenze sul partito democratico in città».

Nelle settimane che hanno preceduto il voto del 25 settembre, ha sorpreso la notizia dell’uscita dal Partito Democratico dell’onorevole Pietro Navarra, adesso alleato con il centrodestra. Un passaggio improvviso, ma che ha cambiato gli equilibri del Pd messinese. «Viviamo – evidenzia la Consigliera del centrosinistra, candidata anche nel listino proporzionale al Senato – un momento delicato, di grande trasformazione: ci sono state delle fuoriuscite importanti, è inutile negarlo ed è giusto dire la verità. Le persone che credono nei valori del Pd e ci sono dentro sia d’inverno che d’estate hanno tutta la voglia di ricominciare a partire dal 26 settembre, per costruire questo partito nelle strade, convincendo le persone che i valori democratici sono da tutelare, soprattutto in un momento storico come questo».

Russo ha affrontato poi il tema dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), favorito anche dalla presenza del vicesegretario nazionale ed ex ministro del Sud, Peppe Provenzano, nella sua visita a Messina ieri, giovedì 22 settembre. «La priorità – ha detto l’esponente dem – è che i fondi del PNRR rimangano al Sud. Il 40% è già stato stabilito che sia a vantaggio delle regioni del sud. Vogliamo lottare affinché questi fondi vengano destinati qui perché ne abbiamo un bisogno indifferibile. I fondi del PNRR devono restare da noi e portare sviluppo territoriale da noi, a fronte di una destra che non solo vuole rinegoziarli, ma vuole spostare i ministeri da Roma a Milano, il che significa allontanare sempre di più i centri decisionali dal Meridione, e questo ci troverà forti oppositori».

Ultimo argomento, ma non per rilevanza: il Ponte sullo Stretto. Mentre il centrodestra ne ha fatto una bandiera politica per il rilancio del Mezzogiorno, il centrosinistra ha trascurato questo progetto durante la campagna elettorale, proponendo invece un approccio più attendista e meno trionfalista.

«Il Ponte – conclude Antonella Russo – diventa un motivo di campagna elettorale, un motivo nel quale si strumentalizza il problema dell’insularità e della continuità territoriale con la dicotomia ponte sì, ponte no, come se questo tipo di risposta fosse una soluzione per i problemi legati all’essere in un’isola con infrastrutture e trasporti da terzo mondo. Non lo decide una città o una regione se ci sono gli elementi scientifici, economici e politici per costruire il Ponte sullo Stretto, visto che se ne parla da oltre cent’anni, è certamente la politica nazionale e quindi europea che lo deciderà. A me non piace la strumentalizzazione politica di chi parla alla pancia della gente che magari vuole ipoteticamente il ponte e dice “noi lo faremo”, perché la destra e lo stesso Berlusconi quando andava al governo lo hanno detto, ma mi pare che la prima pietra non sia stata ancora posta. È un approccio serio che deve essere fatto anche in collegamento alle problematiche dell’insularità della nostra Sicilia».

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