Città Metropolitana. Musumeci incontra i Deputati nazionali e De Luca manda un emendamento a Camera e Senato

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Mentre i dipendenti della Città metropolitana di Messina salgono sui bus diretti a Palermo, dove, questa mattina, il Presidente della Regione incontrerà i Deputati nazionali, Cateno De Luca continua la sua battaglia per evitare il fallimento dell’ex Provincia, chiedendo un emendamento a Camera e Senato.

La richiesta verrà inoltrata domani e contiene tutti gli interventi necessari a risolvere la situazione della Città Metropolitana:

  • Proposizione di norme straordinarie per il raggiungimento degli equilibri di Bilancio 2019/2021 delle Città Metropolitane e dei Liberi Consorzi della Regione Siciliana.
  • Predisposizione, per l’anno 2018 del Bilancio di Previsione solo annuale.
  • Utilizzo ai sensi dell’art.187 del D.Lgs.267/2000, anche in sede di approvazione del Bilancio di Previsione per l’annualità 2017 e per l’annualità 2018, dell’avanzo di amministrazione libero e destinato, per garantire il pareggio finanziario e gli equilibri stabiliti dall’art.162 del D.Lgs.267/2000.
  • Nel caso in cui l’utilizzo dell’avanzo di amministrazione di cui al precedente punto, non risultasse interamente sufficiente a garantire il pareggio finanziario e gli equilibri indicati, e nel caso di sussistenza di disavanzo di amministrazione, è consentito, altresì, ai predetti Enti intermedi, di approvare in squilibrio il Bilancio per la sola annualità 2018 con l’obbligo di copertura del disavanzo entro il triennio successivo 2019/2021.
  • In attesa della completa attuazione di quanto previsto nell’accordo firmato il 19 dicembre 2018 tra il Ministro dell’Economia e delle Finanze ed il Presidente della Regione siciliana, gli enti, dall’anno 2018, al fine di utilizzare le risorse pubbliche trasferite per la realizzazione di interventi infrastrutturali, anche in assenza di Bilancio, sono autorizzati ad effettuare le necessarie variazioni di entrate ed uscite necessarie per l’utilizzo delle risorse. Nel corso dell’esercizio provvisorio o della gestione provvisoria per l’anno 2019, i predetti Enti applicano quanto disposto dall’art.163 del D.Lgs.267/2000 con riferimento all’ultimo Bilancio di previsione approvato, incluse le eventuali variazioni intervenute per effetto del comma precedente.
  • Per il triennio 2019/2021 sono assegnati in favore dei Liberi Consorzi e delle Città Metropolitane della Sicilia 50 milioni di euro per ciascun anno, quale misura atta a favorire gli equilibri strutturali di tali Enti intermedi e consentire l’assolvimento delle funzioni fondamentali degli stessi. Tale norma consente il riallineamento degli Enti intermedi siciliani rispetto alle dotazioni finanziarie assegnate agli Enti intermedi delle regioni a statuto ordinario.
  • Nell’ambito della definizione dell’accordo Stato regione Siciliana del 19 dicembre 2018 dovranno essere previste a carico della regione siciliana le somme necessarie, per il triennio 2019/2021, per garantire gli equilibri di bilancio dei liberi consorzi e delle città metropolitane siciliane, in aggiunta al trasferimento necessario per la copertura dei disavanzi degli enti intermedi registrati nell’esercizio 2018 da ripianarsi nel triennio successivo.

Nel suo post su Facebook il Primo Cittadino si rivolge anche ai dipendenti della Città Metropolitana: «Finalmente i colleghi hanno compreso che non sono io il loro aguzzino. Vi diranno che è colpa di Roma ma posso assicurarvi che non è vero. Qui c’è un concorso di colpe Palermo Roma».

Intanto a Palermo il Presidente della Regione, Nello Musumeci si prepara a ricevere i deputati nazionali, al fine di confrontarsi con la rappresentanza eletta in Sicilia: «Ho il dovere di sottoporre alla vostra attenzione – scrive Musumeci – la necessità di individuare, con l’urgenza che la situazione di dissesto o pre-dissesto in cui le Città Metropolitane e i Liberi Consorzi versano richiede, adeguate soluzioni per il loro sostegno. Enti ormai al collasso, con gravi ripercussioni  sul piano non solo sociale. Occorre intervenire con la massima urgenza – prosegue il presidente della Regione – per garantire parità di trattamento agli Enti di area vasta siciliani rispetto alle Province e Città metropolitane della Penisola, eliminando le storture causate dalla legislazione finanziaria nazionale in materia».

 

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