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Camera di Commercio. Lettera aperta di Massimo Finocchiaro (Il Megafono): “Politica assente”

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camera commercioL’ormai quasi certo accorpamento della Camera di Commercio di Messina a quella di Catania, non può non lasciare malconteento tra chi ha cercato di scongiurare il passaggio.
Massimo Finocchiaro, del Megafono, scrive: “

“Ancora una volta vince la cattiva “messinesità”, ovvero il disinteresse delle istituzioni, l’assenza della politica (tranne quando il malato è già in punto di morte e allora si presenta….chissà ci scappa un voto), l’inconcludenza di riunioni su riunioni per autoammirarsi e, infine, l’incapacità di fare squadra e riconoscere un leader.
Abbiamo assistito per oltre due anni a un braccio di ferro, di cattivo gusto, tra associazioni di categoria che si contendevano “una poltrona” e un assessorato regionale, quello alle attività produttive, che di istituzionale e per l’interesse generale della Città, ahimè, Metropolitana di Messina, ha fatto poco (non ultimo l’inosservanza di una sentenza del TAR di Catania che impone l’insediamento del consiglio direttivo con le personalità indicate dalle associazioni stesse), mentre per gli interessi generali dei “salotti istituzionali”, forse, ha fatto anche troppo.
Sì, perché commissariare l’Ente Camerale di Messina per i primi sei mesi, passi, ci sta, ma reiterare un commissariamento con un ex funzionario regionale (persona amabile e stimatissima) in quiescenza, per tre volte di seguito, di sei mesi in sei mesi, senza arrivare mai ad un punto, se non quello che lo stesso De Francesco definisce un atto di indirizzo propedeutico all’accorpamento della Camera di Commercio di Messina con quella di Catania, ecco in tutto questo c’è veramente poco di istituzionale.
A poco sono valsi gli interventi e le sollecitazioni della deputazione messinese riunita al Comune qualche giorno fa; a poco è valso il monito che Monsignor La Piana ha rivolto alle istituzioni; a poco è servito quell’assurdo silenzio, le strategie e le astuzie di quei “rappresentanti” delle categorie che concorrevano a un “posto” in un consiglio direttivo che non si insedierà mai più, in una Camera di Commercio che non ci sarà più. Bravi”.

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