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Assistenza anziani. Burrascano: «Il Dirigente non ha agito nell’interesse pubblico»

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E’ indirizzata al sindaco, Renato Accorinti, all’assessore ai Servizi sociali, Antonina Santisi al segretario generale, Antonio Le Donne e al dirigente ai Servizi Sociali, Santina Pollicino, l’interrogazione con risposta scritta del consigliere comunale del gruppo “Il Megafono – Lista Crocetta”, Angelo Burrascano.

L’argomento è l’assistenza anziani, tema per cui già il 30 giugno scorso aveva presentato interrogazione. Ci riprova, perchè non ritiene “soddisfacente” la risposta del dirigente del Dipartimento Politiche Sociali, Giovanni Bruno, ” poichè non vengono riscontrate tutte le domande poste».

«In particolare – scrive Burrascano – non viene data risposta al punto 4° ovvero le giustificazioni da parte della soc. coop. Genesi, per gli appalti del servizio di assistenza domiciliare anziani zona nord, servizio di assistenza domiciliare anziani zona centro e servizio di assistenza domiciliare anziani zona sud, a parere dello scrivente, presentano le seguenti “anomalie”: preventivi redatti dalla ditta NFConsulting e dal dott. Giovanni Marrapodi ed allegati alle giustificazioni (non è indicato l’importo del servizio oggetto del preventivo; manca la data di emissione del preventivo; non è indicata la durata del preventivo (esempio – “per tutta la durata dell’appalto”); assenza di preventivo per i servizi pasti caldi (importo indicato – €. 29.200,00); lavanderia (importo indicato – €. 480,00); spese per consulenza / buste paga (importo indicato – €. 800,00); materiale di consumo (importo indicato – €. 960,00)».

Burrascano rileva inoltre «l’assenza di quadro dimostrativo delle voci che hanno determinato il costo del “Servizio di Trasporto ed Accompagnamento (importo indicato – € 12.000,00); l’assenza di preventivo per i servizi indicati a pagina XIII, (punto 6)».

Inoltre, continua il consigliere «il contenuto della risposta è palesemente forviante e diverge rispetto al problema posto. Infatti a fronte di una puntuale interrogazione che evidenzia madornali errori nel riscontro dei dati contabili formulati dall’impresa aggiudicataria, quali l’assenza di controllo e di analisi dei documenti giustificativi (mancano, importi e date di emissione di diversi preventivi), il Dirigente del Dipartimento Politiche Sociali (che a sua volta era anche Presidente della Commissione di Gara), nel formulare la risposta, dopo aver ammesso di aver effettivamente riscontrato errori, sorvola con non calanche sugli altri punti dell’interrogazione».

«Il tenore che emerge della nota richiamata – continua l’esponente del Megafono -, è divergente rispetto al sovrano interesse pubblico. Infatti il Dirigente, anziché limitarsi ad una valutazione degli atti della Commissione di gara ed alla comparazione degli stessi con quanto esposto dallo scrivente nell’interrogazione del 30.06.2015, ha richiesto chiarimenti alla società aggiudicataria, accettandoli! Ricordo che la Gara è già chiusa da molto tempo, che si è proceduto con l’aggiudicazione definitiva, che l’Amministrazione Comunale ha già sottoscritto il contratto d’appalto con l’impresa e che il servizio è in espletamento. Con tale comportamento – afferma Burrascano -, il Dirigente in questione, per poter giustificare e sostenere che quanto dichiarato dall’impresa è esatto, si è sostituito all’intera ex Commissione di Gara, a parere dello scrivente, tale comportamento è censurabile, in quanto sono stati violati i principi di imparzialità e di “cristallizzazione” degli atti di gara».

«E’ semplicemente paradossale – scrive Burrascano nell’interrogazione – che si sia permesso ad un’impresa di rielaborare a gara chiusa ed aggiudicata e servizio in esecuzione, la correzione di documenti che erano stati consegnati dalla medesima e dalle altre imprese partecipanti durante la gara. Con l’azione posta in essere di “disponibilità” alla correzione dei documenti di una sola impresa, (quella aggiudicataria, grazie alla “dimenticanza” di controllo degli atti), si sono violati  palesemente i principi di imparzialità e di parità di trattamento tra partecipanti (Consiglio di Stato, Sezione Sesta, sentenza del 4 giugno 2015 n. 2755), facendo venire meno il confronto competitivo su elementi certi ed effettivi».

«E tanto meno – avverte il Consigliere – si pensi di invocare a giustificazione di tale “anomalo” comportamento, l’ipotesi di rinegoziazione, poiché tale istituto è stato ampiamente oggetto di corposa giurisprudenza e da ultimo anche dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento per le politiche comunitarie, che con Circolare n. 12727 del 15 novembre 2001, ha testualmente esplicitato sull’assoluto divieto di rinegoziazione».

«Nell’ipotesi che invece il Dirigente delle Politiche Sociali, pensasse di giustificare il suo “discutibile” comportamento, sostenendo che si trattava di semplice regolarizzazione di documenti, si richiama il Parere n. 72 del 09.05.2013 reso dall’Autorità Nazionale Anticorruzione:“Espressamente vietata, la  regolarizzazione postuma dei documenti presentati dai partecipanti la gara”».

Queste le motivazioni che spingono il Consigliere a interrogare «il Sindaco, l’Assessore al ramo in ordine a quanto esplicitato in premessa, chiedendo di conoscere, quali provvedimenti intendere adottare nei confronti del sig. Dirigente il Dipartimento Politiche Sociali e dell’impresa aggiudicataria i servizi attualmente espletati in palese danno dell’interesse pubblico».

Diffida, infine, «relativamente agli appalti per l’affidamento della gestione dei servizi di “Assistenza Domiciliare Anziani – zona nord, zona centro e zona sud”, in relazione a quanto enunciato in premessa e che potrà essere facilmente riscontrato, di procedere in autotutela all’immediata revoca degli affidamenti di tutti gli appalti in questione; in subordine di procedere con urgenza ai sensi dell’art. 16  dei Capitolati Speciali d’Appalto” alla risoluzione dei contratto di appalto».

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