Area Popolare indica la porta ad Accorinti. “O andiamo via tutti o lo sfiduciamo”

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In attesa dell’imminente approvazione del Previsionale 2015 (se ne discuterà questo pomeriggio in Consiglio) a Palazzo Zanca il clima resta caldo. Dopo le dimissioni dei consiglieri Nina Lo Presti e Luigi Sturniolo, sostituiti da Maurizio Rella e Cecilia Caccamo, l’invito ad andare tutti a casa è arrivato da Area Popolare.

Questa mattina i consiglieri di Udc e Ncd, facendo seguito a quanto già anticipato ieri, hanno chiesto espressamente la convocazione di una seduta straordinaria del civico consesso per discutere le dimissioni dell’intera giunta Accorinti e dello stesso Consiglio. Tante le motivazioni alla base della decisione, appoggiata anche da Daniele Zuccarello e Nicola Cucinotta oggi presenti all’incontro con la stampa. Dalla telenovela legata al bilancio 2015, al mancato avvio del piano di riequilibrio fino ai vari incidenti istituzionali di cui si è resa protagonista la giunta. A ribadirli ancora una volta i consiglieri Mario Rizzo, Libero Gioveni, Maria Perrone, Andrea Consolo e Franco Mondello insieme ai colleghi Daniela Faranda e Nicola Crisafi.

“La situazione non è più quella del 2013 – ha spiegato il capogruppo Udc Mario Rizzo – gli equilibri politici in Aula sono cambiati mentre l’amministrazione ha portato a termine soltanto il 10% degli obiettivi prefissati. E’ arrivato il momento di accettare il fallimento e rimettere tutto nelle mani dei cittadini”. Udc e Ncd chiedono, dunque, un nuovo confronto con Renato Accorinti al termine del quale si dovrebbe arrivare alle dimissioni di massa. Ma l’ipotesi che il primo cittadino decida spontaneamente di fare un passo indietro è assolutamente remota, e proprio per questo Area Popolare ha in mente un piano B. I due partiti sono, infatti, pronti a rispolverare la mozione di sfiducia già annunciata dallo stesso Giampiero D’Alia e programmato per il prossimo mese. Ma anche questa strada rischia di portare a scontrarsi contro un muro: attualmente, infatti, non ci sono i numeri necessari a validare l’ennesima mozione partorita da un Consiglio che oggi come non mai appare frammentato. L’unione Udc – Ncd porta a sette firme quando ce ne vorrebbero almeno 16. Eppure, parola di  Nicola Crisafi, le adesioni potrebbero essere di più.

“All’inizio il Consiglio ha appoggiato l’amministrazione – ha precisato Daniela Faranda – votando atti importanti per il bene della città o presentando ordini del giorno che sono poi caduti nel dimenticatoio. La giunta ha però preferito andare avanti senza confronto ed oggi è arrivato il momento di prendere una decisione, davanti ad un’amministrazione fallimentare”.

Se anche questa iniziativa finirà in una bolla di sapone lo dirà il tempo, è utile però sottolineare la drammatica situazione della politica cittadina. Da una parte c’è un’amministrazione ostinata ad andare avanti in un percorso che fin qui si è rilevato inadeguato, dall’altra un Consiglio scosso ripetutamente da fatti giudiziari e cambi di casacca che ha ormai perso di credibilità davanti agli occhi della cittadinanza. Occorre, a questo punto, individuare la strada giusta da seguire, passare dalle parole ai fatti concreti. Messina non può più aspettare.

Andrea Castorina

 

 

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