Ainis dice no a qualsiasi candidatura messinese. Tra Scoglio e Mazzeo dialogo sulle primarie

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primariepdIl costituzionalista Michele Ainis si tira fuori dall’ipotesi candidatura sindaco. Anzi, da qualsiasi candidatura politica che abbia a che fare con Messina. Tra il giornalista Fabio Mazzeo e l’ex assessore della giunta Buzzanca, Gianfranco Scoglio, invece, va in onda su Facebook il dibattito sulle primarie, anche nel centrodestra che sono, a oggi, una probabilità, seppur flebile. Il primo è contrario così come sono fatte in Italia. Il secondo favorevole. Sono le ultime dal fronte politico, mentre le scelte ufficiali si avvicinano. Cominciando dall’esigua risposta ricevuta da Ainis che a nostra precisa domanda su di un’eventuale candidatura a sindaco risponde: “Per nulla”. E non aggiunge altro. Segno che Ainis, a parte parlare di diritti e doveri costituzionali, non vuole avere a che fare con Messina e i suoi partiti. Scoglio, invece, dialoga con Mazzeo sull’opportunità delle primarie nel centrodestra, anche se la palla, al momento, è tra i piedi di Nino Germanà e Vincenzo Garofalo più che nelle mani dell’ex sindaco Buzzanca, dove Scoglio trova da 20 anni l”abbraccio”. Scoglio scrive: “Meglio le primarie dei contatti personali. Almeno decide la gente”. Mazzeo replica in maniera articolata: “Non credo alle primarie se non a quelle di tipo americano, cioè istituite per legge. In Italia, quelle dei partiti si risolvono in raggiri nei confronti perfino degli elettori fidelizzati, come nel caso del duello Renzi-Bersani, dove l’establishment ha inciso profondamente nel risultato compromettendo quella che, con Renzi candidato premier, sarebbe stata la certa vittoria del Pd. Quella burocrazia di partito ha assunto una responsabilità epocale perché con Renzi candidato non sarebbe tornato in campo Berlusconi, non credo che Monti avrebbe dato vita a una sua lista, non credo Grillo avrebbe ottenuto quella enorme massa di voti ottenuti (sondaggi alla mano) anche per la mancanza di coraggio in quei partiti che non hanno voluto il cambiamento. Questo il quadro nazionale. A livello locale tutto questo è ancora più palese, le strutture incidono non solo sulle regole imposte – continua Mazzeo – ma anche stimolando le famose truppe cammellate che si recano ai seggi. A sinistra, le interessanti pulsioni che arrivano dai ragazzi “renziani” sono state stoppate tutte da Francantonio Genovese che, non discuto dei metodi perché sono tutti legittimi, è il proprietario del partito e può serenamente aprire le primarie certo di determinare la vittoria e la sconfitta. Anzi, Genovese può anche di più, perché se solo lo vorrà, le primarie della sinistra salteranno per dare vita all’accordo Genovese-D’Alia-Crocetta che a Messina non può certo passare per le primarie, dal momento che nessuno dei tre è stupido, tutt’altro”. L’ex assessore non demorde: “Rispetto il tuo pensiero ma è come dire che siccome i partiti hanno fallito l’ unica alternativa sono le liste civiche autoreferenziali. Per candidarsi ad amministrare la città bisogna prima dire ai cittadini come si intendono utilizzare le poche risorse disponibili ed indicare soluzioni credibili. Le primarie aperte a mio avviso sono invece lo strumento per far conoscere ai simpatizzanti dei moderati i reali programmi di ogni candidato ed aiutare i partiti a scegliere quelo che a loro giudizio può realizzarli”. Il giornalista che molti danno candidato sindaco ma ancora non si sa con chi e con quali programmi chiude il dibattito: “Io, come sai, sono tra i grandi sostenitori del fatto che nei partiti non è tutto marcio, ma del marcio c’è e non è solo il marcio dei pochissimi che rubano rispetto ai tantissimi che sono onesti, è il marcio prodotto dagli incapaci in danno della comunità. Le liste civiche assolvono a una certa funzione che lì dove i partiti sono forti e autorevoli viene meno. Se pensi che i partiti a Messina siano autosufficienti, avanti con le primarie e in bocca al lupo. Sperando in risultati amministrativi diversi da quelli prodotti negli ultimi dieci anni”.

 

@Acaffo

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