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Accorinti: «Innovazione contro continuità amministrativa». Critiche a Renzi

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Accorintisindaco2«Chiediamo ai cittadini di Messina un consenso per un nuovo modo di fare politica, alla luce del sole. Noi concepiamo la politica in maniera profondamente differente rispetto ai riti stanchi e mortiferi della vecchia politica: la vogliamo partecipata, libera, coraggiosa». Queste le parole del candidato Sindaco Renato Accorinti a pochi giorni dal voto. «Pur con il massimo rispetto per tutte le persone — spiega l’attivista —, non possiamo non notare che la nostra offerta innovativa si contrappone ad una proposta metodologica di continuità amministrativa». Il riferimento va a Felice Calabrò che dice ancora Accorinti:« Con espressione poco elegante ha detto che la nostra coalizione di cittadini sarebbe un “calderone in ebollizione”. Ma il calderone confuso e stagnante della vecchia politica è in realtà la pentola nella quale lui sta cuocendo. Oltre mezza Giunta Buzzanca, cui Calabrò si opponeva fino a pochi mesi fa, è adesso all’ombra delle sue bandiere. Non si tratta di improvvisi ripensamenti ideali, ma di accordi tra segreterie». «Le designazioni di Calabrò (per sua stessa ammissione) — continua ilo candidato Sindaco di “Cambiamo Messina dal basso” — sono frutto dell’indicazione dei partiti e contemplano l’indicazione del maestro di una loggia massonica. Calabrò riduce la massoneria a un dopolavoro. In realtà chi appartiene a logge massoniche giura “solidarietà tra fratelli” e “segretezza”, obbligandosi ad aiutare e sostenere i “fratelli” e a non rendere di dominio pubblico informazioni che possano nuocere agli affiliati». Le parole di Accorinti sono dure: «Come può un assessore gran maestro — dice — garantire l’interesse pubblico, i diritti di tutti, quando ha giurato di aiutare i frammassoni e di proteggerli? Noi riteniamo incompatibile con una carica pubblica l’appartenenza alle logge. Ma il “calderone” di Calabrò, oltre alla massoneria, include una galassia di partiti, che comprende l’Udc e Fli: tutti insieme appassionatamente. Si tratta di accordi di potere — conclude — dove manca l’elemento innovativo sul piano politico e la libertà da quegli apparati che hanno soffocato Messina. Come può l’unione tra chi ha contribuito a portare Messina a un passo dal dissesto e chi non si è opposto con efficacia al sistema dominante proporsi ora quale modello alternativo?».

E definisce incoerente la discesa in campo di Matteo Renzi, che sarà a Messina a sostegno della candidatura di Calabrò. «La politica spesso non ha né memoria né coerenza — sottolinea il candidato Accorinti. Non fa eccezione neanche un “campione” del rinnovamento come Matteo Renzi, che durante la campagna per le primarie del Pd, nel novembre scorso, ha ripetutamente e in modo inequivocabile detto “no” all’alleanza con l’Udc, specie quella siciliana, tanto da suscitare le ire di Giampiero D’Alia che lo definì addirittura un “cialtrone”. Matteo Renzi — prosegue Accorinti — ora viene a Messina per chiudere la campagna elettorale di Felice Calabrò, che guida una coalizione in cui spicca l’Udc, quello stesso Udc con il quale non bisognava fare nessun accordo, nessun inciucio. Renzi questa posizione l’aveva ribadita anche quando si era espresso positivamente per la candidatura di Rosario Crocetta alla guida della Sicilia, chiudendo ancora una volta la porta in faccia all’Udc».

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