Dal 28 agosto al 31 ottobre anche l’Università di Messina diventa protagonista dello sciopero dei professori che coinvolgerà 79 università italiane e 5.444 docenti. Lo scopo è ottenere lo sblocco definitivo delle classi e degli scatti stipendiali.
Difficile stabilire quali saranno i dipartimenti dell’Università che verranno maggiormente influenzati nè in quale giorno avverrà lo sciopero. «Non c’è stato un vero e proprio coordinamento di Ateneo» ci spiega il Professore Fabio Rossi, docente del Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne.
A Messina, come in tutta Italia, ogni professore che deciderà di partecipare attivamente allo sciopero eserciterà il proprio diritto di incrociare le braccia nel giorno dell’appello di settembre. L’intento di questa iniziativa è dare ulteriore risalto mediatico a questo blocco sugli stipendi senza, però, arrecare danni irreparabili all’iter accademico degli studenti. Per questa ragione, molti professori aderenti allo sciopero, faranno in modo di accordare un appello straordinario, a partire dal quattordicesimo giorno dall’appello originale, per ridurre al minimo il disagio provocato agli studenti.
«I docenti universitari sono rimasti l’unica categoria in Italia ad aver avuto il blocco degli scatti stipendiali, cosa che influisce negativamente sia a livello di carriera professionale sia ai fini pensionistici. Mentre altri dipendenti pubblici sono riusciti a farsi ritirare il blocco, noi ancora lottiamo» ci spiega il Prof. Rossi.
Nel 2010, infatti, il governo Berlusconi con il decreto legge n. 78/2010 introdusse, come provvedimento d’urgenza, il blocco degli scatti per i docenti universitari, nel tentativo di frenare la crisi. Questa vicenda, ad oggi, non è stata ancora risolta.
Nonostante i diversi sforzi per arrivare ad un accordo, oggi lo sciopero sembra l’ultima arma rimasta nelle mani di tutti i docenti che non riescono a far sentire la propria voce attraverso la burocrazia. Su queste basi sorge l’iniziativa guidata dal Professore Carlo Ferraro del Politecnico di Torino che, nelle sue vesti di docente e di coordinatore del Movimento per la Dignità della Docenza Universitaria, ha promosso lo sciopero e fornito le informazioni necessarie ai docenti in tutta Italia.
La notizia è stata oggetto di critica e disaccordi ma si spera, comunque, che dopo sette anni si possano ottenere dei risultati, senza mettere a repentaglio il normale svolgimento dell’attività didattica.
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