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Il tumore più antico diffuso tra i cani randagi. Scoperto da un ricercatore messinese

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ricercatore tumoreParte dall’Università di Messina una scoperta che coglie l’interesse dell’intera comunità scientifica internazionale. Si chiama Ctvt (Canine Transmissible Venereal Tumor) ed è il tumore più antico del mondo diffuso tra i cani randagi, da 11 mila anni e per il quale  esiste una cura. La scoperta, condotta con il Wellcome Trust Sanger Institute e l’Università di Cambridge, rappresenta il punto di arrivo  di un lavoro di ricerca iniziato nell’Ateneo peloritano 85 anni fa.

La ricerca, balzata agli onori della stampa scientifica  internazionale, è ancora in itinere ed è finalizzata a sequenziare il  genoma del tumore e a confrontarlo con i tumori prelevati nelle varie  parti del mondo, considerando che questo è un cancro atipico che in 11  mila anni si è evoluto adattandosi, come un parassita, di volta in  volta al suo ospite.

«Si tratta — spiega il professor Gabriele Marino del  Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Messina — della più antica linea cellulare somatica che si conosce, un cancro clonale trasmissibile che si propaga naturalmente attraverso il contatto tra cani e preferibilmente attraverso l’accoppiamento. Il genoma di questa malattia e la relativa cura – continua Marino – ci aiuterà a  comprendere i processi che consentono al cancro di essere trasmesso e di essere pronti nel caso in cui un tumore di questo tipo dovesse  comparire in altre specie, uomo incluso».

Soddisfazione è stata espressa anche dal professor Antonino Germanà, Prorettore con delega all’Internazionalizzazione. «La ricerca del professor Gabriele Marino rispecchia una sinergia virtuosa tra il nostro Ateneo e prestigiosi centri e istituzioni accademiche estere:  dall’Università di Cambridge e di Londra, a centri di ricerca  australiani e brasiliani. Il successo scientifico del lavoro che vede coinvolto il professor Marino – prosegue Germanà – conferma l’attenzione  che l’Ateneo sta riservando ai temi dell’internazionalizzazione e della ricerca di qualità, i quali rappresentano una linea guida imprescindibile per lo sviluppo della nostra comunità accademica».

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