Lo avevamo anticipato la settimana scorsa, il 25 marzo l’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto presenterà i risultati del confronto pubblico, partito a gennaio 2022, dedicato al Waterfront di Messina. Da questi tavoli partecipati da singoli cittadini, delegazioni politiche, docenti e ricercatori accademici, associazioni del territorio sono nati 49 quaderni, all’interno dei quali si avanzano proposte di progetto per, finalmente, disegnare l’affaccio a mare di Messina.
Nell’estate del 2019, infatti, è stato approvato il Piano Regolatore Portuale che agirà dal Boccetta all’Annunziata, toccando punti nevralgici, strategici e di interesse storico-culturale della città. Due chilometri di costa da riqualificare, che procedono dalla Passeggiata a mare, quindi l’ex Fiera, la Rada San Francesco, il Ringo, fino ad arrivare al Museo Regionale di Messina.
Il Waterfront di Messina
Per trovare attuazione, il Piano dovrà essere tradotto in progetti, che deriveranno proprio dal percorso di confronto pubblico dedicato ai cittadini. Ma che tipo di proposte sono state fatte? Come vi abbiamo già detto sono stati scritti 49 quaderni, ma non tutti danno indicazioni precise su proposte concrete. Come quello, per esempio, scritto dal costituzionalista Michele Ainis, che sicuramente non vuole essere un’istanza progettuale ma una riflessione.
«Perché c’è bisogno di riqualificare l’affaccio a mare? Perché fin qui – scrive Ainis – è stato squalificato, anzi negato, col paradosso d’una città di mare che non può allungare lo sguardo sul proprio mare, anche se da quelle acque deriva l’unicità di Messina, deriva il patrimonio di paesaggi e di tradizioni e di leggende che disegnano l’anima dello Stretto. Tuttavia, per raggiungere il traguardo, bisogna rispettare – io credo – una doppia condizione.
In primo luogo, il progetto dovrà essere unitario, tenendo insieme, in un unico abbraccio, l’intero territorio che dalla Falce si allunga fino a Capo Peloro. In secondo luogo, bisognerà resistere alla tentazione d’aggiungere, lavorando viceversa per sottrazioni, usando la gomma anziché la matita. In quel tratto di costa, infatti, sorgono costruzioni quasi mai di pregio, mentre si contano addirittura tentativi (sciagurati) di ricostruzione. No, basta con le travi di cemento. E fra i progetti premiamo i fogli bianchi, anziché le carte troppo scarabocchiate. Per riscoprire la nostra identità, è necessario liberarla dal superfluo che vi si è incrostato sopra».
I quaderni sull’affaccio a mare
I tavoli di confronto pubblico sono partiti a gennaio 2022. Tra gli interventi anche: l’artista Francesca Borgia, il presidente della Camera di Commercio Ivo Blandina, la direttrice dell’Orto Botanico “Pietro Castelli” Rosa Maria Picone, l’Ordine degli Architetti di Messina, l‘Istituto Studi Storici “Gaetano Salvemini”, Fondazione Acquario di Genova e Francesco Cimino. Di questi ultimi vi avevamo accennato proprio qualche giorno fa; i tre quaderni, infatti, in modo diverso, hanno proposto la realizzazione di un acquario. Ma gli altri interventi in che modo immaginano il Waterfront di Messina? Di questi 49 quaderni dedicati al Waterfront di Messina, ne abbiamo selezionati tre che, a nostro avviso, sono più interessanti dal punto di vista sociale, di sviluppo turistico e voglia di futuro.
Centro dei Saperi del Mare
Il primo quaderno dei tre che parlano del nuovo lungomare di Messina è stato realizzato da: Cinzia Ingratoci, Filippo Cucinotta, Massimo Di Gangi, Adele Marino e Massimo Villari, docenti dell’Università di Messina e membri del Centro Universitario di Studi sui Trasporti Euromediterranei “Elio Fanara”. Il gruppo, analizzando le valenze sociali e urbane della porzione di costa da riqualificare propongono la realizzazione di un “Centro dei Saperi del Mare“.
«Sembra utile, – scrivono i docenti – riflettere sull’opportunità che il restyling del waterfront offre di caratterizzare la passeggiata come spazio educativo e culturale per attività di divulgazione strutturata e di diffusione delle conoscenze sul mare, sul rapporto privilegiato tra la città e le attività commerciali e ludiche legate alla marineria, sul patrimonio storico, culturale e ambientale unico dello Stretto. […] Messina potrebbe proporsi, dunque, per ospitare un polo che abbia al centro le specificità di una navigazione che si è sviluppata in questa particolare area». Ma cosa prevede questo centro dedicato al mare?
- Centro documentazione sul mare e sulle attività nautiche;
- area ludica-educativa per i più piccoli;
- Museo della navigazione;
- area tematica sull’economia del mare, dai vecchi mestieri alle professioni più innovative del cluster marittimo, dove ospitare eventi di sensibilizzazione sulle opportunità economiche legate al mare, anche in una prospettiva green.
La città che vorrei
Un altro quaderno presentato ai tavoli di confronto sul Waterfront voluto dall’Autorità Portuale di Messina è quello realizzato da Soroptimist International, organizzazione mondiale di donne impegnate in attività professionali, promuove l’avanzamento della condizione femminile e i diritti umani, presieduta da Linda Schipani.
«[…] Si condivide – scrive il gruppo – la necessità di riappropriarsi del mare negato attraverso percorsi pedonali e ciclabili liberi, fruibili e senza barriere, inclusivi per tutti i soggetti nel rispetto del comfort, delle disabilità e della memoria storica dei luoghi e del paesaggio. Un grande promenade sullo Stretto di Messina, che dialoghi con il mare e con la terra, attraverso argomenti contemporanei e strategici, raccontando il territorio e promuovendo bellezza e identità». Ma cosa prevede la città che vorrei?
- Museo di storia locale;
- anfiteatro;
- spazi all’aperto attrezzati;
- Centro Espositivo di Arte e Artigianato locale;
- riqualificazione dell’edificio Irrera a Mare;
- tutela della acque;
- fontane di acqua potabile e servizi igienici lungo il percorso Boccetta- Annunziata;
- attenta valutazione delle preesistenze architettoniche in luogo di nuove edificazioni al fine di
prevenire la produzione di rifiuti da demolizione, ridurre l’uso di materie prime e gli sprechi, nel
rispetto delle esigenze estetiche e funzionali e del paesaggio; - spazi e percorsi verdi.
Il mare senza cancelli
In ultimo, vogliamo inserire il quaderno di un cittadino: Francesco Donia Sofio, che dice: «nel ringraziare l’Autorità di sistema dello Stretto per la pregevole iniziativa di partecipazione civica, mi permetto di segnalare quelli che a mio avviso dovrebbero essere i criteri guida della riqualificazione del fronte mare e di indicare dei piccoli interventi/sogni di facile realizzazione nell’ambito di un più ampio progetto di rigenerazione:
- Rimuovere le barriere fisiche e visive tra la città ed il suo mare, abbattere gli edifici non di pregio e non ricostruire nuove strutture che ostacolerebbero il rapporto con il mare (uno per tutti il Teatro in Fiera);
- eliminare le ringhiere, i cancelli e i muri che escludono la cittadinanza dalla libera fruizione del porto
storico e, a seguire, dell’intero fronte mare della città; - creare spazi di aggregazione sociale e di libera fruizione dei beni pubblici;
- realizzare delle aree giochi per bambini, di cui Messina è gravemente carente, sul modello del Parco
di San Raineri; - costruire un playground d’arte per la pallacanestro, ovvero un campo da gioco aperto alla libera
fruizione la cui pavimentazione viene dipinta con un’opera di street art, sul modello di quello realizzato a San Filippo del Mela; - garantire la libera fruizione della spiaggia attrezzata tra la rada San Francesco ed il Ringo».
Intanto l’appuntamento con la presentazione dei risultati finali è fissato per venerdì 25 marzo, alle 17:30. Per partecipare clicca qui.
(Foto di Peppe S. – Google Maps)
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