Sigillato l’ex Irrera a Mare. Gli attivisti lo riaprono: «Un bene comune deve rimanere aperto alla cittadinanza»

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fiera messinaGli attivisti che hanno occupato il Teatro in Fiera, ormai da sabato 22 dicembre, hanno riaperto i locali dell’ex Irrera a Mare, simbolo della cultura nella Messina degli anni ’50, luogo in cui si svolgeva il Festival Internazionale del cinema di Messina e Taormina e la consegna dei David di Donatello. Un luogo della memoria, non lo si può definire diversamente. Anche perché ha una sua storia, che è la storia del passato glorioso di una città che si apriva alla cultura, coinvolgendo la cittadinanza in importanti iniziative. Ma l’edificio, durante la settimana, è stato sigillato e ora nuovamente riaperto dagli attivisti che hanno dichiarato: «Si vuole dimostrare, cominciando dal Teatro in Fiera Pinelli, dall’Ex Irrera a Mare e dall’Area ex Fiera che un ente pubblico che cerca di privatizzare i beni comuni tradisce il proprio mandato costituzionale e per questo suo comportamento illegittimo li abbandona alla libera occupabilità e riappropriazione della collettività». «Da Sabato 22 dicembre l’ex Irrera a mare è stato riaperto — scrivono gli occupanti in  una nota — in quanto bene comune, luogo simbolo del declino culturale di Messina. L’ex Irrera a mare è solo l’ennesimo luogo della memoria sottratto alla cittadinanza e affittato a privati a cifre esorbitanti (si parla di 3500 euro solo per la notte di capodanno). Abbiamo riconsegnato un bene comune alla città e alla sua antica vocazione». «L’autorità portuale — ricordano — che durante l’assemblea pubblica, moderata dal consiglio della IV circoscrizione, parlava di “vittoria per gli occupanti” e della necessità di trovare una forma di “collaborazione” con gli stessi, contemporaneamente ha ribadito i suoi interessi di stampo privatistico cercando di impedire l’accesso ai locali dell’ex Irrera a mare con intimidazioni e ulteriore chiusura degli spazi». «A partire dal teatro Pinelli e dall’ex Irrera a Mare occupati, la Fiera deve essere aperta, ogni giorno — affermano gli attivisti —, vissuta dagli artisti, dagli artigiani, da lavoratrici e lavoratori della conoscenza e dello spettacolo, dai migranti, dai bambini, e da tutti coloro che se ne vorranno prendere cura. È possibile: sta avvenendo da quasi un mese al teatro Pinelli, dove la programmazione continua ogni giorno con spettacoli, concerti, performance che vengono spesso replicati per il grande afflusso di spettatori partecipanti. La mattina il palco è sede di prove aperte, laboratori di formazione, riunioni. Attivi anche i tavoli di progettazione (artistica; architettonica; giuridica) e numerosi dibattiti, confronti, gruppi di lavoro e di studio e le assemblee pubbliche». «Il Teatro in Fiera Pinelli, l’Ex Irrera a Mare e l’area dell’Ex Fiera — concludono — in quanto Beni Comuni vanno posti fuori commercio, perché appartengono a tutti, ossia all’umanità nella sua interezza: sono infatti radicalmente incompatibili con l’interesse privato, il profitto e la rendita».

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