I problemi idrici, che stanno creando diversi disagi in città — si legge sulla Gazzetta del Sud — potrebbero andare avanti fino a ottobre. Le cause sono: la diminuzione della portata del Fiumefreddo e la mancata possibilità di appoggiarsi a quello dell’Alcantara per le tariffe troppo alte imposte da Sicilacque, azienda che si occupa della gestione. Già a inizio stagione si era parlato di 220 litri di acqua in meno al secondo da Fiumefreddo, riduzione che avrebbe portato a una razionalizzazione. Una condizione non certo facile da sopportare se si associa la carenza idrica alla stagione calda. Un’estate nel segno delle emergenze: a quella dei rifiuti si aggiunge infatti anche quella idrica. In calo i pozzi cittadini — si legge ancora sulla Gazzetta —, il Ritiro è passato da 40-50 litri al secondo a 16, il Mangialupi da 60 a 30. L’unico che continua a lavorare a pieno regime, con 160 litri al secondo, è l’acquedotto della santissima. Ma evidentemente non basta a coprire il fabbisogno cittadino. Da Tremonti al centro città, a Provinciale, Catarratti e Bisconte, numerose sono le segnalazioni di cittadini che lamentano il disservizio. Anche il consigliere Nino Carreri aveva chiesto chiarimenti all’Amam: «Intere fasce di popolazione lasciate a secco da giorni — denunciava in una nota —, in centro città ai piani alti delle abitazioni non arriva il prezioso liquido creando disagi soprattutto agli anziani. Le maggiori lamentele provengono dal rione Provinciale e dai villaggi di Camaro superiore, Bisconte e Catarratti». Per Messina, questa sarà un’estate all’asciutto.
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