Rumorless EDU, a Messina il progetto per contrastare i pregiudizi

Pubblicato il alle

6' min di lettura

Definire il pregiudizio è cosa assai difficile, soprattutto rispetto ad una platea molto giovane, ma con Rumorless EDU è meno complicato e il confronto diventa davvero interessante. Rumorless EDU, infatti, è il progetto promosso dal Comune – rientra nelle attività di URBACT III – rivolto agli studenti delle scuole medie e superiori di Messina. L’obiettivo è quello di realizzare un canale YouTube per contrastare qualsiasi forma di pregiudizio.

Dal razzismo, al pregiudizio di genere, dal portare gli occhiali o di avere qualche chilo in più, tutti possono essere vittime di pregiudizio. Per i ragazzi – ma anche per gli insegnanti – Rumorless Edu diventa un appuntamento importante per poter iniziare, da un lato a non avere paura delle diversità e diminuire, di conseguenza, le distanze tra noi e gli altri, e dall’altro di non comportarci solo e soltanto seguendo delle categorizzazioni o stereotipi.

Gli studenti – guidati dall’Associazione Koete – avranno quindi l’opportunità di diventare agenti anti-rumor e combattere i preconcetti. Cinque incontri – partiti il 19 febbraio 2020 – per sviluppare le idee, scrivere i testi, registrare i video e presentare il canale alla città.

Messaggi importanti contro il pregiudizio

Combattere il pregiudizio – dal razzismo a quello di genere – è l’obiettivo di Rumorless EDU, progetto rivolto agli studenti di dieci scuole messinesi: l’Istituto Antonello, l’Istituto Comprensivo G. Catalfamo, C.P.I.A., l’Istituto Tecnico Nautico Caio Duilio, l’Istituto Comprensivo Giovanni XXIII, l’Istituto Comprensivo La Pira-Gentiluomo, l’Istituto Comprensivo A. Luciani, l’Istituto Superiore G. Minutoli, l’Istituto Comprensivo San Francesco di Paola e S. Margherita.

I ragazzi durante gli incontri con Mirko Fabbreschi e Laura Salamone dell’Associazione Koete – partner del progetto – saranno chiamati a costruire un canale su YouTube, che verrà presentato nei prossimi giorni. «Rumoreless EDU – racconta Mirko – è un progetto, della durata di tre mesi, volto al contrasto del pregiudizio. Di fatto stiamo realizzando con gli studenti – di vari Istituti messinesi, di ordine e grado – un canale YouTube per divulgare messaggi importanti anti-pregiudizio. Vogliamo realizzare uno strumento attivo e in continua crescita di contrasto al pregiudizio. Stiamo alfabetizzando i ragazzi nell’utilizzo del web, per renderli consapevoli. Guideremo i ragazzi in tutte le fasi. Da come si apre un canale YouTube a come si affronta la fase letteraria. Tutto nasce da un’idea, che diventerà un soggetto, poi una sceneggiatura e infine un video».

I ragazzi diventano così portatori di conoscenza nelle rispettive classi. I primissi video saranno realizzati in affiancamento con degli esperti nel settore e in una seconda fase gli studenti saranno indipendenti e potranno far vivere il canale in modo autonomo.

I social come strumento per combattere il pregiudizio

Rumoreless EDU si approccia alle nuove tecnologie per rendere i ragazzi più consapevoli rispetto a quello che avviene sul web e farsi promotori attivi di un messaggio. Nei primi incontri i ragazzi sono stati supportati da diversi youtubers, tra cui: Maurizio Merluzzo, Adrian Fartade, Maura Cenciarelli – voce di Megan Griffin – e Tristram, giovane youtuber siciliano, diventato popolare per la canzone dell’unicorno.

«Nel 2013 ho aperto il mio canale YouTube –dice Tristram – per raccontare le cose che mi succedevano. Inizialmente usavo questo strumento come fosse uno psicologo. Accendevo la telecamera, raccontavo i miei problemi o cose che mi avevano colpito e ironizzando cercavo di capire cosa mi succedeva e chiedevo un parere a chi mi guardava. Per esempio, c’è un video in cui racconto delle mie difficoltà a parlare con le persone. Non so mai dove guardare o come e se muovere le mani. Il web può aiutare a combattere il pregiudizio creando collettività. Nelle nuove generazioni c’è molta più apertura mentale, si parla più facilmente. Sono molto più empatici rispetto alle diversità, sono più tolleranti e sensibili. Il modo vincente per fare un video? Essere spontanei e sinceri».

La conoscenza per combattere il pregiudizio

All’interno di Rumorless EDU, anche i docenti sono un punto di riferimento. Fra tutti la prof. Fatima Trimarchi, docente di francese all’Istituto Antonello. «Sono convinta – dice Fatima – che il pregiudizio si combatte con la conoscenza. Anche noi docenti – a volte – tendiamo a mettere delle etichette ai ragazzi per semplificare l’approccio. Lo facciamo per brevità di percorso, come fosse una scorciatoia. Mi è capitato di ricredermi su alcuni alunni, magari all’inizio avevano un atteggiamento sfrontato e invece poi nascondevano delle sofferenze. Non è facilissimo soprattutto quando hai molti studenti in classe come capita spesso. Però l’esperienza può aiutarti a capire meglio i ragazzi e anche cosa succede.

I ragazzi stanno già pensando a come proseguire i video all’interno della scuola, per coinvolgere gli altri studenti. Avvertono molto questo tema. L’Antonello è una scuola multi-etnica e anche multi-strato da un punto di vista sociale quindi il pregiudizio lo vivono sulla loro pelle o sulla pelle del compagno. Ma i ragazzi sono più bravi ad accettare la diversità».

A Messina arrivano gli Agenti Anti-Rumor

I ragazzi alla fine di questo percorso diventeranno agenti anti-rumor per combattere in prima persona ogni forma di pregiudizio. Di questa interclasse c’è anche Massimo Sapienza, 11 anni, diventato nel giro di poco la mascotte di Rumorless EDU. «Il pregiudizio è un giudizio creato dalle persone che non conoscono quella cosa. Mi sto divertendo soprattutto perché ci sono gli altri. L’idea a cui sto lavorando per il video è molto divertente: c’è un personaggio che davanti ha un panettone e dice che il panettone è disgustoso anche se non lo ha mai assaggiato, poi un altro tizio gli dice di assaggiarlo per scoprire com’è, lui lo assaggia e scopre che gli piace e dice: oggi ho imparato a non avere pregiudizi. E l’altro tipo gli dice: è per questo che abbiamo creato il progetto Rumorless EDU!».

(161)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

error: Contenuto protetto.