Radio Antidoto: chi sono gli antidotisti?

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Continuare a fare radio fa bene, se poi si fa Radio Antidoto è ancora meglio. Settimana bella intensa – come molte altre già trascorse – che vanno da domenica a domenica e che qui vi raccontiamo per trasportarvi in un microcosmo fatto di antidoto e antidotisti.

La domenica di Radio Antidoto comincia presto, intorno alle 09:30. Si comincia – la risveglia musicale è quasi un obbligo – con un po’ di dischi. Niente scalette. Niente copioni. Siamo noi e l’antidoto che ogni volta si crea e si trasforma.

Ho ascoltato una radio

Perchè se c’è un antidoto esistono anche degli antidotisti. Coloro i quali, quindi, creano e maneggiano questo antidoto. Può essere una storia raccontata sotto le coperte, un episodio che ha colpito particolarmente le nostre abitudini, un viaggio in macchina o semplicemente la voglia di condividere.

Radio Antidoto ha avuto e ha questa grandissima capacità. Riuscire a connettere insieme un mondo di persone. Individui che sentivano l’esigenza di uscire fuori da un sistema, che ti obbliga a seguire schemi, orari, condizioni, tempi. Su Radio Antidoto il tempo non esiste, lo crei. Su Radio Antidoto non esiste un palinsesto, lo inventi. Su Radio Antidoto non esistono i capi e la manovalanza, si cammina insieme. Magari qualcuno c’ha la falcata più larga ma il sentiero che si attraversa è lo stesso.

E ho trovato un antidoto

Su Radio Antidoto non trovi un modo per poter “evadere” la realtà. La realtà è vivida e sta proprio in mezzo a noi in maniera costante.  Su Radio Antidoto trovi connessioni, stimoli, input, cose che non conoscevi e che probabilmente non avresti mai potuto affrontare. E trovi relazioni. Che sono alla base di ogni trasformazione.

E come scrive Federico Bonelli

Non si sa bene chi siamo noi antidotisti. Ci si fa compagnia (si diventa comunità) condividendo il palinsesto di una radio temporanea,  per curarci dal veleno. Bada bene non dal virus, ma dal veleno in generale. La comunità impara, insegna, ascolta, pratica, mantiene il territorio comune.

Cerchiamo contatto emozionale, e la radio è perfetta per questo. Cerchiamo di portare altri punti di vista accanto al nostro. Cerchiamo di ascoltare. Non sappiamo neppure bene che cosa altro cerchiamo, né chi siamo. In generale, non solo per presa di posizione fenomenologica o filosofica. Il dubbio attivo è parte dell’antidoto. Trovate il vostro, e lasciateci ascoltare.

Il testo completo qui.

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