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Ponte sullo Stretto di Messina, si riunisce la rete del “No”: «Opera inutile e distruttiva»

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Un’opera inutile e distruttiva, il rischio di un cantiere (anzi, più cantieri) che resterà aperto e incompiuto, un impatto ambientale devastante: queste alcune delle obiezioni poste dalla rete dei Comitati contro il Ponte sullo Stretto di Messina, riunitasi oggi, martedì 28 marzo, a Palazzo Zanca, in conferenza stampa, dopo l’Assemblea di domenica a Torre Faro, per spiegare le proprie motivazioni e annunciare le prossime iniziative.

Una piccola delegazione per spiegare al Comune di Messina le ragioni del no all’opera di collegamento tra Sicilia e Calabria. A rappresentare i movimenti attivi in città, Francesco Mucciardi (Spazio No Ponte), Gianmarco Codraro (Spazio No Ponte), Daniele Ialacqua (No Ponte Capo Peloro) ed Elio Conti Nibali (Invece del Ponte).

Mucciardi: «Ponte sullo Stretto di Messina inutile e distruttivo»

Il primo a prendere la parola è stato Francesco Mucciardi: «Il Movimento No ponte – ha spiegato – è una rete di comitati impegnati nella battaglia contro la costruzione dell’ inutile e distruttivo Ponte sullo stretto di Messina. Siamo impegnati da decenni, non pensavamo di dover tornare a svolgere questa battaglia. Ma col governo Meloni è necessario. Vogliamo a tutti i costi impedire la costruzione del Ponte. Domenica la partecipatissima Assemblea a Torre Faro, dopo quella di dicembre 2022 nel Salone delle Bandiere. Sui social siamo stati invasi da messaggi di persone provenienti da tutta Italia che vogliono firmare e impegnarsi contro la costruzione di questo mostro. Voglio ricordare che, indipendentemente da se verrà fatto o meno, si stanno già spendendo soldi pubblici.  Il Ponte massacrerà non solo Torre Faro, ma tutta la città di Messina. Attualmente ci sono tante polemiche per i cantieri per i parcheggi di interscambio, ma, a confronto, quelli non sono niente. Potremo scordarci di frequentare la zona nord per anni e anni. Apriranno il cantiere e lo lasceranno così».

«Il Ponte lo stanno già facendo da tantissimi anni, sprecando soldi pubblici» ha concluso.

Gianmarco Codraro: «Il vero “popolo del no” è chi governa»

A seguire, Gianmarco Codraro: «In tutti questi anni – ha sottolineato – hanno provato a convincerci che il “sì” al Ponte fosse una posizione unanime. Già con due appuntamenti il movimento No Ponte ha smontato questa idea. Siamo pronti a mobilitarci in maniera continuativa e a tornare a manifestazioni di piazza».

Poi la replica a Germanà, intervenuto a seguito della manifestazione di Torre Faro: «Dice che non ce la faremo a impedire la costruzione dell’opera. Vedremo se, come in passato, il movimento riuscita a vincere». Poi l’attacco più diretto al Governo: «Ci accusano di essere il popolo del “no”. Dietro i “no” ci sono dei “sì”. Il vero “popolo del no” è chi governa: sono quelli del no alla messa in sicurezza dei territori, delle scuole e delle infrastrutture, no alla sanità di prossimità. Qui c’è in atto uno scontro tra due idee di comunità».

Ialacqua: «Provocherà una devastazione irreversibile del nostro territorio»

Ex assessore all’ambiente del Comune di Messina ed esponente del Comitato No Ponte Capo Peloro, Daniele Ialacqua ha fatto un parallelo tra quanto avvenuto vent’anni fa e la situazione attuale e si è concentrato sui possibili impatti ambientali dell’opera. «La situazione di oggi – ha sottolineato – è diversa rispetto a quella di vent’anni fa. C’era un movimento di piazza di migliaia di cittadini. Oggi la situazione è completamente cambiata. Abbiamo un movimento che va rinsaldato».

Poi il riferimento alle recenti dichiarazioni di Matteo Salvini: «Vogliamo smentire la grande bufala che il Ponte sarebbe l’opera più green del mondo.  Gli impatti negativi sono tanti, anche su vincoli posti dall’Unione Europea. Sulla devastazione ambientale che causerà ci sono tanti documenti, da quelli di Legambiente a quelli del WWF».

Ialacqua ha poi sottolineato come l’impatto dei cantieri non riguarderà solo la zona Nord, ma tutta la città: «I cantieri – ha affermato – sono 25 in Sicilia, tra cui anche a Torregrotta e Venetico. Per non parlare della filiera del cemento e dell’amianto, o del fatto che l’opera alimenterà il transito dei mezzi gommati. Parliamo di una devastazione irreversibile del nostro territorio. Salvini ha detto che verrà a spiegarci i vantaggi del Ponte. Siamo pronti ad accoglierlo. Ribadiamo una cosa: noi siamo convinti che la battaglia la vinceremo, ma se non ce la faremo e inizieranno i lavori del Ponte, dovranno continuare a fare i conti con noi».

Nibali: «Non un riscatto, ma un ricatto»

A chiudere gli interventi è stato Elio Conti Nibali: «Il dibattito sulla fattibilità del Ponte non è solo tra di noi. Nel 2020, con una delibera del Ministero delle Infrastrutture fu istituita una Commissione di tecnici esperti che ha consegnato una relazione di 150 pagine, nel 2021, negando la possibilità di fare il Ponte ad una campata. Altri tecnici si sono espressi contro l’ipotesi delle tre campate». I pareri di tecnici ed esperti sul Ponte, sottolinea, non sono unanimi.

«Nel rapporto tra investimento e utilità – aggiunge –, che è quello finale di ogni opera, non ci siamo. È un’opera inutile dal punto di vista economico. Ci viene detto che è l’unica occasione per il riscatto del sud. Non è un riscatto, è un ricatto. O questo o niente. Noi non ci siamo su queste cose. Saremo presenti anche a Bruxelles. “Invece del Ponte” è un’associazione che conferma che esistono solo “sì” per il nostro territorio. Non vogliamo che passi l’idea che siamo il popolo del “No”. Non è un no ideologico. È un si ideologico».

Infine, l’appello per un incontro col sindaco Federico Basile: «Il 20 febbraio – ha affermato Elio Conti Nibali – abbiamo inviato come movimento una PEC all’ufficio di gabinetto del sindaco di Messina. Abbiamo in sette righe scritto: chiediamo al sindaco di ricevere una delegazione, nei modi e tempi che deciderà, per poter esporre le nostre motivazioni. Noi sappiamo che il nostro Sindaco ha molte cose da fare, ma non abbiamo avuto nessuna risposta. Abbiamo quindi scritto una lettera aperta al sindaco di Messina, che consegnamo alla città».

I prossimi passi del Movimento

Compattati in un’unica rete, i diversi Comitati contro il Ponte sullo Stretto di Messina, hanno annunciato l’avvio di una serie di iniziative. Oltre alla manifestazione che si svolgerà il 5 aprile a Villa San Giovanni, la rete ha in cantiere una serie di attività informative, oltre che di piazza. In particolare, il neonato comitato “No Ponte Capo Peloro” ha iniziato la distribuzione di un volantino (maggiori informazioni a questo link) finalizzato a informare sull’estensione dei cantieri, sugli espropri previsti e su altre tematiche inerenti l’opera.

Saranno poi previsti degli incontri di “trekking urbano” nei luoghi del centro di Messina in cui saranno aperti i cantieri del Ponte sullo Stretto di Messina.

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  1. Sono malati di mente sti soggetti

  2. Cosa dire di gente simile? evidentemente non hanno altro da fare che fare i bastian contrari
    e continuano da decenni ! Più che misoneisti (se il termine vi sembra astruso potete tradurlo con ecologisti da strapazzo) mi sembrano dei veri e propri malati;
    Dovrebbero essere curati in quanto pericolosi per la societa’ per il loro bene.
    Hanno una paura terribile del nuovo, del progresso.
    Hanno paura di tutto, anche della loro ombra, pur di non cambiare mai nulla, pur di lasciare tutto com’e’ anche contro ogni evidenza; Epicuro scrisse di gente simile (ma si può applicare alle situazioni di oggi)
    che hanno talmente paura di morire che finiscono per morire veramente di paura; forse degli psicologi potrebbero dare qualche lume, in quanto qui si parla veramente di psicologia (o di peggio)
    Come può un ponte un’opera del genere essere dannosa e distruttiva ? chiedetelo a loro ma non lo sanno nemmeno loro in quanto opporsi vuol dire arrampicarsi sugli specchi.

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