«In questo momento, mentre la città cade a pezzi, è un affronto all’intelligenza dei messinesi»: commentano così i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle (M5S) il dibattito sempre più acceso sul Ponte sullo Stretto di Messina. Per gli esponenti pentastellati del Civico Consesso, le priorità al momento sono altre, i servizi essenziali, i collegamenti ferroviari, le strade, gli ospedali, le scuole.
Dopo la presa di posizione della deputata Angela Raffa, che si è nettamente distaccata dalla linea del Movimento 5 Stelle, sottolineando come, di contro, secondo lei il Ponte sullo Stretto sarebbe «un’occasione di cambiamento»; i consiglieri del gruppo pentastellato di Messina, Andrea Argento, Cristina Cannistrà, Giuseppe Fusco e Paolo Mangano mettono in evidenza altre questioni: «Da settimane – sottolineano – ormai la città è in preda al caos, fra file interminabili, continui incidenti, disagi, lavori infiniti e gallerie che aprono e chiudono un mese sì e l’altro pure. Parlare del Ponte sullo Stretto, in questo momento, con le strade ridotte a un colabrodo e autostrade da Terzo Mondo, è un affronto all’intelligenza dei messinesi, che sono stanchi di essere presi per i fondelli a intervalli regolari».
La preoccupazione per i consiglieri del M5S, tra le altre cose, è che con l’avvio dei lavori per la costruzione dell’opera, Messina possa trasformarsi prima in una “città-cantiere” e poi in una “città-svincolo”. «Il nostro – affermano i pentastellati – non è in alcun modo un “no” ideologico. Riteniamo al contrario che sia necessario pensare a un collegamento stabile fra le due sponde, valutando in maniera certosina tutte le possibili varianti: l’impatto ambientale, il rischio sismico, il rapporto costi-benefici, le opere compensative (di cui stranamente non si parla) e soprattutto le conseguenze dirette e indirette su Messina, scongiurando a monte la prospettiva che possa diventare prima una “città-cantiere” e poi una “città-svincolo”».
«Tuttavia – proseguono –, come abbiamo sempre sostenuto, al momento le priorità della città e della regione sono ben altre. Parliamo di servizi essenziali, collegamenti ferroviari, strade che non ci facciano vergognare, ospedali, scuole, decoro e civiltà: elementi basilari per una società civile che ancora oggi, nel 2021, siano costretti ad elemosinare in attesa di un’opera faraonica che non si sa nemmeno se verrà realizzata, in che tempi e con che modalità. Nel caso in cui – anche questa volta – non si farà un bel niente come giustificheremo ai nostri figli questa eterna attesa di Godot?».
Insomma la posizione dei consiglieri del Movimento 5 Stelle in questo frangente appare chiara: prima di pensare al Ponte sullo Stretto occorre occuparsi d’altro, dalle strade alle scuole, passando per le ferrovie. «Il Ponte – sottolineano i pentastellati – viene visto come una panacea per tutti i mali, come se il disastro politico, sociale e culturale che abbiamo ereditato negli ultimi decenni fosse da imputare esclusivamente alla sua assenza. I giovani vanno via per altri motivi, e continueranno ad andarsene via se non si porranno le basi per una città al passo con i tempi: moderna, inclusiva e green, con le stesse prospettive di lavoro e di crescita che offrono altre realtà».
«Il nostro auspicio – concludono i consiglieri del Movimento 5 Stelle – è che si arrivi al più presto a una risoluzione, senza più chiacchiere e proclami: se il Governo è intenzionato davvero a realizzare il Ponte, si occupi prima di tutte le opere prioritarie, che sono indispensabili nell’immediato. Se invece – nuovamente – l’ipotesi resterà in un cassetto, nessuno si permetta di avanzare più scuse per la mancata messa in sicurezza e tutela del territorio, rimandando il tutto a quando tornerà nuovamente in auge l’argomento».
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Sono soltanto punti di vista che vorrebbero interpretare una realtà che, oggettivamente, è meno disastrata di come la si rappresenta. A mio avviso bisognerebbe fare un’attento esame della realtà e successivamente proporre soluzione per un ponte socio-economico-culturale che aiuti i siciliani ad uscire dal giudizio che gli “altri” anno di noi.