Argento Cannistrà Fusco del movimento 5 stelle di messina

Liquidazione della Patrimonio Messina Spa. M5S: «Un carrozzone fallimentare»

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Si tratta di una società partecipata, nata nel 2019 dalla Giunta De Luca, per il censimento e la gestione dei beni immobili di proprietà del Comune di Messina. Adesso, però, la Patrimonio Messina Spa va verso la liquidazione, con delibera istruita dal Dipartimento Servizi finanziari e tributari su volontà del Consiglio (ad eccezione del Gruppo Misto).

Per i Consiglieri pentastellati; Argento, Fusco e Cannistrà, la Patrimonio Messina Spa non ha mai raggiunto nessun obiettivo. «Siamo stati dei “facili profeti” e adesso – si legge nella nota – i fatti ci danno ragione, considerata la totale inoperosità della terza partecipata targata Cateno De Luca».

La Patrimonio Messina Spa

La società avrebbe dovuto, nelle intenzioni, valorizzare i beni immobiliari di proprietà del Comune di Messina, ma a distanza di soli due anni ne è stata approvata la liquidazione, già a fine dicembre 2021 era arrivata la notizia. «Già due anni e mezzo fa – commentano i consiglieri comunali del M5S – avevamo votato contro la sua istituzione, convinti che la società fosse l’ennesimo inutile “carrozzone”, e che l’attività poteva essere svolta dal Dipartimento Patrimonio con maggiori risorse umane e finanziarie.

Dal luglio del 2019 ad oggi – proseguono i Consiglieri del Movimento 5 Stelle – abbiamo presentato interrogazioni e accessi agli atti, chiedendo chiarimenti sui tempi necessari per raggiungere il primo dei 14 obiettivi previsti nel contratto di servizio (inventario patrimonio immobiliare), sul funzionamento della gestione amministrativa dei beni patrimoniali e sulla percentuale di incasso dei fitti relativi agli immobili. Il tutto a fronte delle criticità sollevate dalla Corte dei Conti, che più volte in passato aveva evidenziato l’assenza di rivelazioni sistematiche sulla consistenza del patrimonio comunale.

La Patrimonio Messina che adesso andrà in liquidazione, che aveva il compito di gestire un patrimonio composto da circa 2.000 immobili, in quasi tre anni non è riuscita a portare a termine nulla, con percentuali di incasso, dei fitti, che non riescono nemmeno a coprire i costi di manutenzione: ci riferiamo in particolare alla mancanza dell’inventario dei beni di proprietà dell’Ente, ancora non stilato, all’assenza di attività di dismissione del patrimonio immobiliare e alla mancata attivazione degli sportelli informativi territoriali dedicati agli assegnatari degli immobili. Insomma, un totale fallimento. La proposta di dismissione della partecipata – concludono – ha inoltre l’obiettivo di non gravare ulteriormente alle casse del Comune, alla luce della situazione di pre-dissesto ancora in atto, certificata dall’ulteriore rimodulazione del piano di riequilibrio».

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